venerdì 19 settembre 2008

solbosh

scusate il piccolo black out, dovuto al fatto che fino ad oggi non ho avuto accesso a internet nel campus di solbosh (che è dove sono; gli altri campus dell'ulb si chiamano "de la plaine" e "erasme") dove mi sono finalmente trasferito domenica. sono passati pochissimi giorni, ma sono stati tutti ricchissimi di conoscenze ed esperienze, per questo quello di oggi sarà un intervento un po' lungo. cercherò di andare con ordine.
innanzitutto, dopo un po' di giorni in cui ci vivo, la camera è diventata casa mia. ci sono le mie cose in giro, le foto dei miei amici alle pareti, la roba per terra (sì, anche quello!). ho conosciuto gli altri abitanti del piano.
il primo che ho incontrato è stato jean, uno studente di ingegneria rwandese. e meno male che l'ho incontrato! arrivato nel campus verso le due di domenica ho subito cercato di farmi una pasta. in cucina (comune, come bagni e docce) non ci sono i fornelli a gas, come a casa mia, ma quelli a piastra, come da mia nonna. io metto la pentola sulla piastra e accendo (constato che è acceso). dopo mezz'ora ancora non bolliva. dopo 45 min si iniziava a intravedere qualche bollicina sul fondo. dopo 50 min ti accorgevi che era una finta. alle 15 arriva jean con il suo vassoio belga con pane-burro-qualcos'altro. "pourquoi ça ne marche pas?" perché non va?, gli chiedo. lui guarda il fornello, solleva uno sguardo di compatimento rwandese e mi fa "tu l'a mis au minimum..".
quindi jean mi ha salvato dalla fame il primo giorno e per questo gli sono debitore. è un tipo simpatico, come gli altri del piano. anche se sono tutti giovanissimi. più o meno tutti sono del 1988 o del 1989, ma ci sono anche un paio di 1990 (ciò è dovuto al fatto che in francia e belgio hanno 6 anni di elementari e 6 di superiori, non hanno le medie, quindi in totale fanno un anno in meno di studi pre-universitari). insomma tolto jean, che è del 1987, mi trovo a convivere con coeatanei di gente a cui un anno fa facevo da educatore. vabbé. loro su questa cosa mi prendono un po' in giro. abbiamo messo in cucina un foglio con tutti i compleanni. impietosamente, accanto a giorno e mese, hanno voluto aggiungere l'anno.
a un certo punto arriva jocelyn, 1988, a scrivere il suo compleanno. per prenderla in giro le dico "ne pas l'écrire, je m'en foute de ton anniversaire" (non lo scrivere, non me ne frega niente). lei guarda per un attimo il foglio, solleva un sopracciglio congolese e mi fa con aria di sufficienza "je constate que tu es le plus vieu ici..".
a un'altra, laurie, fan di george clooney, che mi sfotte per l'età faccio notare che anche il bel george è vecchio. "oui, mais il est plus sexy que toi".
insomma, bisogna avere autoironia, per vivere a solbosh.
a parte gli scherzi, mi trovo bene, la gente è simpatica e c'è un ambiente internazionale. l'altro giorno sono stato a pranzo con due bulgare, una camurunense mi ha accompagnato a fare la spesa, ho chiaccherato di basket con un lituano (se vi capiterà mai di farlo: basta parlare di sabonis, una specie di maradona lituano, e li avrete ai vostri piedi).
altro capitolo è quello spesa. vivere consta un casino! bella scoperta, direte. ma per me lo è. finora, a casa, tutte le spese sono state coperte dai miei genitori. non sono mai stato viziato, intendiamoci. però non pagavo io. qui invece mi accorgo di quanto costi vivere (tecnicamente sono spese che mi verranno restituite, sono ancora "mantenuto agli studi", ma per ora sono soldi che escono dalle mie tasche). e dire che al supermercato non prendo cose superflue e sto attento ai prezzi. tra la barilla e la de cecco, per esempio, ho preso la prima perché costava meno (ecco, non ho preso la pasta del carrefour. ma c'è un limite a tutto..) e altre cose così.
con la spesa fatta da me è ripreso il sano stile di vita mediterraneo. cassato il burro, è rimasta però la birra belga. per smaltirla vado a correre nel bois de la cambre, che è la punta della forète des soignes che arriva fino in città. la prima volta dopo 20 minuti avevo male alla milza (non mi succedeva più o meno dalla quinta ginnasio. vabbé, non ho corso molto da allora..). da qui il consiglio: non fate mai una settimana senza sport a burro e birra. eliminate il burro.
ultimo capitolo è quello dei corsi. avendo così pochi esami prima della laurea e non potendo fare all'estero i corsi di diritto positivo (ed eliminando quelli del secondo semestre) è difficile trovare qualcosa che sarà riconosciuto dai professori italiani. diciamo che portare a casa due corsi (aggiungendo poi un esame in italia a febbraio) sarebbe già un buon risultato.
per ora ho seguito droit européen de la concurrence e un corso su la cour del justice des ce. mi sono piaciuti un sacco, dopo aver fatto le prime lezioni mi sono detto: è per questo che sono venuto qui.
il primo corso comporterà un lavoro a gruppi su un tema a scelta dello studente e un esame scritto. quest'ultimo mi spaventa un po', però la cosa mi stuzzica: che sono bravo a milano e in italiano già lo so, la sfida è ripetermi qui. però magari c'è una scappatoia.. uno studente belga che fa il master (finalmente uno più vecchio!) che ha fatto un erasmus in italia, a bari. mi ha raccontato che il primo giorno il professore gli ha detto: "ah, voi siete gli erasmus? bravi, bravi! fatevi tanti giri per l'italia, godetevela, ci vediamo all'esame". esame in cui una bottiglia di vino opportunamente donata ha fruttato un bel 30. forse non basterà. ma è il caso di passare da vago vini quando ritorno.

1 commento:

Anonimo ha detto...

tu est trop agè...ahahaha..anche lì!!!^^
baci Ica!!

grand place, bruxelles

grand place, bruxelles