lunedì 29 dicembre 2008

blue note

Ieri sera sono stato al Blue Note di Milano. C'era il concerto dell'Harlem Gospel Choir, famoso in tutto il mondo e al quale gli U2 hanno dedicato la canzone "Angels of Harlem".



Ma soprattutto era da quando l'hanno aperto in città, alcuni anni fa, che volevo andare al Blue Note, uno dei jazz club più famosi del mondo, che ha fatto la storia di questo genere (per lo meno la casa madre di NY).
Grazie per il bellissimo regalo!

domenica 28 dicembre 2008

gaza

Leggo da Repubblica la sequenza degli eventi.

Il 15 dicembre Israele libera oltre 200 prigionieri palestinesi.
Il 19 Hamas dichiara che la tregua con Israele è finita.
Il 21 Hamas inizia a lanciare missili sulle città israeliane di confine. Li lancia a casaccio, ovviamente. Nell'articolo del 25 dicembre leggo:

"Uno dei razzi lanciati ieri è caduto vicino a un parco giochi per bambini nella cittadina di Netivot, mentre un colpo di mortaio ha centrato in pieno una casa nel kibbutz Shaar Hanegev, facendo ingenti danni"

Niente morti. Ma non certo per calcolo. Diciamo per fortuna.
Il 27 dicembre, dopo giorni in cui si è arrivati anche a 10 lanci di missili palestinesi al giorno, Israele risponde con un raid. 400 morti e 1000 feriti.

Una reazione indubbiamente esagerata. Da fermare e condannare. Adesso.

Resta però una domanda. Se qualcuno avesse lanciato 80 missili in un giorno solo su Milano, saremmo stati 5 interi giorni ad aspettare senza reagire?

Nessuna trattativa per la pace potrà mai essere intavolata e portata a termine senza partire da un principio base, che ancora il mondo palestinese e arabo e parte dell'opinione pubblica occidentale non accettano: il diritto (diritto) degli israeliani di esistere e di vivere in pace e sicurezza in quelle terre.

venerdì 26 dicembre 2008

cristianesimo

Ci sono vari modi di intendere la religione cattolica.

C'è chi sale sul Duomo per esporre uno striscione contro la costruzione di nuove moschee e le dichiarazioni dell'arcivescovo di Milano, che aveva ribadito il diritto di tutti di professare la propria religione. A difesa delle tradizioni cristiane, ma - a mio avviso - con poco rispetto di una Cattedrale.

C'è chi - guarda caso lo stesso vescovo criticato - decide di istituire un fondo a sostegno di coloro che perderanno il lavoro a causa della crisi economica. Consapevole che un milione di euro è solo "una goccia nel mare della necessità".

lunedì 22 dicembre 2008

buon Natale a tutti! joyeux Noel à tout le monde! / happy Christmas to everybody!

Buon Natale a tutti (con una piccola storia)
Joyeux Noel à tout le monde (avec une petite histoire)
Happy Christmas to everybody (with a short tale)




Il principe della pioggia
C'era una volta un principe, che amministrava il regno in nome del padre. Era buono e si preoccupava del benessere dei suoi sudditi, ascoltandoli e facendo tutto il possibile per risolvere i loro problemi. Un giorno un uomo andò dal principe a dirgli che, nella regione da dove veniva, la situazione era ricca di difficoltà e questo generava forti contrasti tra le persone. «Suvvia, abbiate fiducia! - rispose il principe - sono sicuro che se ci mettiamo insieme con un po' di buona volontà potremo risolvere questi problemi». Disse allora che, il giorno dopo, sarebbe andato in quella regione. L'uomo allora disse: «Grazie mille! E per celebrare un ospite così importante, organizzeremo una grande festa!». «Perfetto! Mangeremo, berremo e poi parleremo dei problemi» promise il principe, che diede all’uomo anche dei soldi affinché organizzasse un banchetto.
Il giorno seguente il principe stava per partire quando fu bloccato sulla soglia da un dubbio: «Come mi vesto?». Infatti solitamente indossava il vestito regale ma quel giorno c'era un forte temporale, il viaggio a cavallo era lungo e non voleva che esso si rovinasse per la pioggia e il fango. «Farò così - si disse - mi metterò dei vestiti normali e porterò con me un sacco con il vestito da principe, per cambiarmi una volta arrivato». Usci dunque dal castello e si immerse nell'acquazzone col suo cavallo.
Il temporale era veramente forte e il principe faceva fatica a mantenere calmo il proprio cavallo. A un certo punto scoppiò un tuono più forte e l'animale si spaventò terribilmente, s'impennò e disarcionò il cavaliere, per poi correre via e perdersi nel bosco. Il principe si trovò immerso nel fango e - quel che era peggio - il sacco con il vestito elegante era rimasto attaccato alla sella. Decise comunque di proseguire a piedi. Per fortuna, dopo un po', il temporale terminò.
Alcune ore dopo arrivò all'entrata della città in cui era stato invitato. C'era ormai il sole e si sentiva l'allegro vociare e le musiche che provenivano da dentro le mura. Il principe stava per entrare quando una guardia lo bloccò. «E tu che vuoi? Questa è una festa importante, viene il principe. Non puoi entrare. Non è la giornata del mendicante. Devi tornare il lunedì» disse. Il principe rimase stupito: «Cosa? Io non sono mica un mendicante!» rispose abbastanza piccato. Il soldato lo guardò dall'alto in basso «Ma ti sei guardato? Da quanto non ti lavi? Fai schifo, vattene!». Il principe a questo punto stava perdendo la pazienza: «Io sono il principe! È me che state aspettando!». A questo punto il soldato scoppiò in una grande risata: «Sì, certo, e mio nonno è il re d’Australia!». In quel momento l’organizzatore della festa, quello che era andato a chiedere l’aiuto del principe, richiamato dalle voci arrabbiate giunse alla porta. «Ecco, chiedete a lui! Lui mi conosce» disse subito il principe. Ma l’uomo lo guardò con disprezzo: «E questo straccione chi è? Ma tornatene da dove sei venuto!» e lo cacciò.
Il principe era tra lo stupito e l’arrabbiato mentre si incamminava verso casa. Dopo mezz’ora di marcia, raggiunse un fiumiciattolo e – incredibile colpo di fortuna! – trovò il proprio cavallo che si abbeverava. Controllò subito: il sacco col vestito regale c’era! Allora si lavò nel fiume e cambio e, montato in sella, si ridiresse alla città.
La gente lo accolse in un tripudio di musica e grida, tutti volevano avvicinarsi, stringergli la mano, baciarlo, dargli i propri figli da tenere in braccio, offrirgli qualche cosa. Il principe riuscì a farsi strada tra la folla, raggiunse il posto da capotavola e ricevette l’abbraccio di benvenuto dell’organizzatore. Quindi si sedette e restò fermo. Quando si crearono silenzio e aspettativa il principe si alzò e, nello stupore generale, prese una bottiglia di vino e se la versò addosso, sul vestito regale. Poi prese un mestolo di minestra e rovesciò anche quello sulla veste. La gente non capiva più niente: «Ma che sta facendo il nostro principe? Ce la fa?». Molti ridevano. Il principe passò alla carne e si strofinò addosso delle bistecche già condite con varie salse. Qualcuno, iniziando a capire, smise di sogghignare.
Quando il vestito fu completamente lordo e puzzolente, il principe se lo levò e lo gettò sulla sedia. «Mi avete invitato a mangiare, bere e parlare dei vostri problemi – disse – ma in realtà non volevate me. Volevate il mio vestito. Ecco, il vestito ora ha mangiato e bevuto. Parlategli pure dei vostri problemi». E se ne tornò al proprio palazzo.
Morale: fate delle feste in Europa, nel vostro Paese? E allora, quando le fate, guardate alla porta e fate attenzione, prima di esclamare sprezzanti: «E questo straccione chi è? Ma tornatene da dove sei venuto!». Potrebbe essere un principe che è semplicemente caduto da cavallo.

 “Le prince de la pluie” dallo spettacolo teatrale di Pie Tshibanda “Un fou noir au Pays des blancs”

sabato 20 dicembre 2008

il piano

Ieri mattina sono stato in segreteria alla vecchia Statale. Riattraversare Cairoli, via Dante, Cordusio, etc è stato strano, mi è sembrato un po' di riscoprire quei luoghi. Mi guardavo intorno come fossero palazzi nuovi, come nelle mie prime passeggiate per le vie di Bxl.
E a un certo punto... la sopresa... ma... perché nessuno me l'aveva detto? Hanno tolto il cerottone dalla facciata del Duomo!! Che ora brilla maestoso in tutto il suo splendore. Mi mancava!

Passare in segreteria era imprescindibile. Si trattava di ottenere l'approvazione del piano di studi personalizzato (cioè diverso dai percorsi proposti dall'uni). Senza questo, degli esami di Bxl me avrebbero riconosciuto solo uno.
In segreteria mi dicono che devo compilare un modulo e portarlo alla professoressa X. Vado da lei, convinto di dover fare chissà quale opera di convincimento circa la bontà e coerenza del mio piano.

Ale: Buongiorno, sono qui per una richiesta di piano di studi personalizzato. La faccio perché sono all'ultimo anno, sto facendo l'Erasmus, ed è importante che..
Prof: Aspetti. Ma lei fa giurisprudenza?
Ale: Beh, sì (è la prof che si occupa di queste cose per giurisprudenza, chi vuole che vada a parlarle?)
Prof: A ciclo unico?
Ale: Sì
Prof: Quindi in pratica ha solo 5 esami da scegliere
Ale: Sì
Prof: Vabbé, allora me li scriva che firmo.

Approvato. Ora mi "basta" fare gli esami a Bxl (2 su 3 verranno riconosciuti, fa eccezione Droit judiciaire européen et international ma è piccolo, può servire a integrare uno dei due o come riconoscimento di lingua francese e comunque è interessante ed è una materia che serve in prospettiva lavoro) più uno (o due) a febbraio e uno (o due) a giugno e siamo alla fine. Cavoli.. Molto dipenderà anche dall'incontro che avrò prima di Natale col prof della tesi. Se dice che le 30 e passa pagine che gli ho inviato sono da buttare, ho perso due mesi di lavoro. Se me le salva in buona parte vuol dire che a marzo (dopo gli esami) riparto con un terzo di tesi già fatta. Non sarebbe male.

Ieri mi sono accorto di alcune piccole abitudini che ho preso in Belgio. Per esempio se mi scontro con qualcuno per strada gli dico "Pardon" e mentre andavo in segreteria mi preparavo mentalmente il discorso in francese. Ma la cosa più buffa riguarda la carta di credito. A Bxl nei negozi il cliente fa tutto da sé. Il negoziante batte lo scontrino e tu prendi la tua carta e la infili nella macchinetta. Quando questa dice "approved" la togli e te ne vai. Qui invece consegni la carta al cassiere che fa tutto lui.
Quando ieri ho allungato la mano e tolto la carta dalla macchinetta, il libraio mi ha guardato malissimo.

giovedì 18 dicembre 2008

ce matin je me suis réveillé très tôt...

Ce matin je me suis réveillé très tôt. Je ne sauvais plus dormir. D’une partie, ça a été à cause de la nourriture de hier soir, avec l’oignon et la terrible sauce africaine au piment de Lindsey (et les bière que j’ai du boire après). Mais surtout c’est à cause du fait que aujourd’hui je pars. Est-ce que j’ai envie de partir ? Bien sur, oui. Ma famille, mes amis, surtout Monica, ils me manquent. Mais maintenant je suis un peu malheureux. Parce que aujourd’hui la partie la plus grosse de l’Erasmus termine. Janvier sera très vite et tout le monde devra étudier.

Hier soir on a fait (moi et mes colocs) le diner de Noel (ici les fotos). Dans la même salle j’avais presque toutes les personnes (non italiennes) avec lesquelles j’ai vécu dans ces mois d’Erasmus. Les filles ont fait la cuisine pour deux heures, moi et Fruche on a porté Père Noel-Corentin à donner des petits cadeaux aux autres locataires du bâtiment. Après il y a eu le diner, avec poulet, carottes, oignons et.. le dessert : fruits aux chocolat pour l’anniversaire de Fruche. Je me suis très bien amusé. Surtout je me suis senti partie d’un group. On rigolait ensemble. Ils m’ont rappelé certains bêtises que j’avais faits (et après oubliés). Finalement je suis triste de les quitter et je serai encore plus triste en janvier.

Si je regarde ma (encore bref) vie, je peut dire d’avoir eu beaucoup de chance. J’ai vécu beaucoup d’expériences belles et importantes, qui m’ont rendu plus riche, depuis la Journée mondiale de la jeunesse du 2002. Chaque fois j’était craintif avant de partir et triste quand il fallait rentrer. Le pensé que, si j’avais eu des moments beaux, le futur en aurait donné des autres, il me donnait courage. Bien sur, il y a eu aussi des moments très difficiles, même si peu de personnes (père Silvio, mes parents) les ont connus. Mais je suis content d’avoir connu toujours des personnes magnifiques.
Je ne sais pas si j’ai eu seulement de la chance ou si je suis très capable de me rapporter avec les autres. Peut-être les deux.


Stamattina mi sono svegliato presto. Non riuscivo a dormire. Un po’ è stato a causa del cibo di ieri, con tutta quella cipolla e la terribile salsa africana al peperoncino di Lindsey (e le birre che l’hanno seguita). Ma soprattutto è a causa del fatto che oggi parto. Ho voglia di partire? Sicuramente sì. Mi mancano la mia famiglia, i miei amici, mi manca soprattutto Monica. Però l’emozione prevalente questa mattina è la malinconia. Perché oggi si conclude il grosso dell’Erasmus. Gennaio volerà e tutti dovranno studiare.

Ieri sera abbiamo fatto la cena di Natale coi colocs (qui le foto). Nella stessa stanza c’erano quasi tutte le persone non italiane che hanno abitato ogni giorno di questi mesi di Erasmus. Le ragazze hanno cucinato per due ore, mentre io e François abbiamo accompagnato Corentin-Père Noel a distribuire piccoli regali per tutto lo studentato. Poi la cena, con pollo, carote, cipolle e.. il dessert: frutta al cioccolato con gli auguri per il prossimo compleanno di François. Mi sono divertito tanto. La cosa più bella è che mi sono sentito perfettamente integrato nel gruppo: ridevo alle loro battute e loro ridevano alle mie, abbiamo ricordato qualcuna delle molte scemate che ho fatto finora (alcune le avevo persino dimenticate). Insomma mi spiace lasciarli e mi spiacerà ancora di più a gennaio.

Se riguardo la mia ancora breve vita mi rendo conto di essere stato molto fortunato. Ho vissuto tante esperienze belle e importanti, che mi hanno arricchito tanto, a cominciare dalla GMG del 2002. Ogni volta ero titubante prima di “partire” e triste quando dovevo “tornare”. Mi rafforzava il pensiero che, se avevo avuto tanti momenti belli, il futuro ne avrebbe riservati altrettanti. Intendiamoci: non è stato sempre così facile come sembrava, non sono mancati i momenti neri, anche se pochissimi (don Silvio, i miei genitori) ne sono stati al corrente. Ma non posso non dirmi soddisfatto soprattutto delle straordinarie persone che ho sempre incontrato.
Non so se questo è dovuto a fortuna o a una mia speciale capacità nel tessere relazioni interpersonali. Forse è dovuto a entrambe. Sul modo di trattare gli altri, però, vorrei raccontare una storia.

È quasi mezzogiorno, ho fame e sinceramente mi sto annoiando. Quando arriviamo a casa?
“Ci fermiamo un attimo a fare benzina” dice mio nonno. Uffa! La Kia entra da un distributore. “Arrivo subito” dice mio nonno slacciandosi la cintura di sicurezza. Lo guardo fuori dal finestrino. Speriamo si muova. Lo vedo parlare col benzinaio. Era proprio necessario scendere? Non bastava abbassare il finestrino e ordinare il pieno? Ecco l’omino che aziona la pompa, fa il pieno, la rimette a posto. Mio nonno tira fuori i soldi. Bene, ora ce ne andremo. Invece no. I due chiaccherano.
Ma di cosa? A malapena si conscono! Dopo un po’ decido che mi sto rompendo. Scendo.
“E dai, bene, mi saluti suo figlio, sono contento per lui. Ah, ecco il mio nipote maggiore. Lo conosce?”. Sorrido e saluto controvoglia. I due continuano a parlare del più e del meno ancora per qualche istante. Poi si salutano e risaliamo in macchina. Il tutto sarà durato 10 minuti. Un’eternità per un adolescente annoiato.
“Ma perché sei stato a chiaccherare tutto quel tempo? Era proprio necessario fare così il simpatico con un benzinaio?”. Mio nonno sorride e non dice niente.
Mi ci è voluto tempo per capire. Non si tratta di cortesia di facciata. Non si tratta di networking di convenienza. È riconoscere l’umanità nelle altre persone. Prendersi cura di loro, anche solo per qualche minuto. “I care”: mi importa. È una cosa che spesso è ripagata da affetto e rispetto. È un imperativo morale e, per un cattolico, un dovere religioso. Soprattutto, è il modo migliore che conosco per vivere. Anche in Erasmus. Grazie nonno.

mercoledì 17 dicembre 2008

scientia vincere tenebras

Oggi ho frequentato l’ultima lezione all’ULB.

E’ il momento adatto per fare qualche valutazione sul metodo di insegnamento di qui. In gennaio ci saranno gli esami e non voglio che il mio giudizio sia influenzato da quello che avranno i professori.
Prima però devo fare qualche precisazione. Innanzitutto la mia valutazione non può che essere comparativa, cioè fatta avendo come parametro la Statale di Milano (l’unica altra Università che ho mai frequentato). Inoltre è una valutazione per forza di cose parziale: ho frequentato solo 3 corsi (più français langue etrangère, ma non conta) che ho scelto io, non ho quindi fatto esattamente il percorso che fanno gli studenti di qui.

In generale non ho trovato grande differenza né nella bravura degli insegnanti (in entrambi i casi generalmente molto preparati ed esperti) né nel modo di fare lezione.
Trovo che siano positive soprattutto due cose, che mi piacerebbe fossero imitate in Italia: il fatto che è prevista sin dal primo anno una certa quantità di lavoro pratico e il fatto che i due anni di specialistica sono davvero tali.
Giurisprudenza in Italia è quasi completamente teorica. Nessuno studente all’ultimo anno sarebbe in grado di redigere anche un semplice contratto di locazione (lo dico per esperienza personale). Il che non è positivo, perché significa che la preparazione non è completa.
Quanto al secondo aspetto, sia qui sia da noi lo studente sceglie un indirizzo: penalistico, privatistico, internazionalistico, etc.
Solo che all’ULB scegliere l’indirizzo pubblicistico (in alternativa a quello privatistico: sono due gli indirizzi base, che si diramano poi in varie options) con option penalistica significa fare materie come diritto penale comparato, questioni speciali di procedura penale, diritto penale sociale, protezione dell’infanzia, pratica del processo penale. Ci sono anche materie meno strettamente attinenti al campo penalistico, ma si tratta di diritto fiscale, diritto patrimoniale della famiglia, diritto commerciale, diritto giudiziario privato.
Da noi scegliere l’indirizzo penalistico significa fare (anche al quarto e quinto anno) esami “progrediti” di sociologia, filosofia, storia del diritto. Perché?
Sono d’accordo che è necessario avere una formazione teorica generale (e umanistica, non solo strettamente giuridica) di base. Ma la base è il triennio. Al biennio vorrei avere corsi che approfondiscano il campo scelto. E basta.

Nel complesso tuttavia ho l'impressione che la preparazione offerta dalla Statale risulti migliore. In altre parole, mi sembra che un laureato a Milano sia più preparato di uno dell’ULB. Per due ragioni.
La prima è che a Milano si lavora di più. Qui spesso le lezioni saltano. Talvolta la causa sono gli impegni di un professore (ma da noi in tal caso viene l’assistente, che è preparato e fa lezione, così che non si perde l’ora). Più spesso però si tratta di varie cause “istituzionali”: dalla semaine tampon, alla giornata dello sport, a quella di fondazione dell’Università, a quella nazionale belga.
Inoltre i syllabus, le dispense su cui si basa quasi interamente lo studio di un laureando all’ULB, per come sono impaginati, per i margini, la grandezza dei caratteri, sono meno “densi” di informazioni di un libro che ha lo stesso numero di pagine e comportano quindi un carico di lavoro inferiore.
La seconda ragione è anch’essa legata al metodo di apprendimento basato sui syllabus. La dispensa è sintetica e presenta spesso solo i fatti (norme e sentenze). Raramente è espressa un’opinione ed è quasi sempre quella del professore. Credo che questo contrasti con l’immagine che l’ULB vorrebbe dare di sé, quella di un’Università dove libero è il pensiero, la scienza che vince le tenebre, quelle del pensiero unico (cattolico, agli occhi di Verhaghen, il fondatore, che affermava: “A free university should form the counterbalance for the so-called Catholic University” – fonte: Wikipedia).
Più conforme a quest’aspirazione è il metodo utilizzato in Italia, che consiste (per lo meno nella specialistica) nell’esporre il problema giuridico e poi nel presentare le diverse opinioni dottrinali (citate sempre nei testi) e giurisprudenziali, di modo che lo studente possa – se ritiene interessante la questione – formarsi la propria idea.

martedì 16 dicembre 2008

diner italo-belge



Ieri sera cena italo-belga con i colocs. Ho sfoggiato le mie qualità di chef esibendomi in una carbonara (qui le foto).


Hier soir diner italo-belge avec mes colocs. J'ai montré que je suis un grand chef en cuisinnant des pates carbo (ici les foto).


Stamattina invece sono stato in centro a comprare un po' di regali di Natale. E ho riattraversato il quartiere del Sablon, il primo che ho conosciuto quando sono arrivato qui (il bed&breakfast era in quella zona) e che resta il mio preferito (forse proprio perché è stato il primo che ho scoperto), e la Grand Place. Probabilmente per l'ultima volta prima di partire. Per questo me la sono presa con calma, guardandomi intorno, gustandomi la passeggiata, come ho fatto la prima volta che sono passato da quei luogo, quando tutto era nuovo ai miei occhi.


Sono giorni un po' strani. Giorni di fibrillazione. Di emozioni contrastanti. Da un lato sono malinconico perché sono gli ultimi giorni, perché per un po' non vedrò tutti gli amici che ho conosciuto in questi pochi, intensi mesi. E perché in fondo l'Erasmus inizia a finire. Certo ci sarà gennaio, ma sarà un mese solo (contro i quattro fatti finora), ci saranno gli esami e insomma la pacchia finisce ora.
Dall'altro lato mai come in questi giorni ho una voglia matta di tornare a casa. Ho voglia di trascorrere il Natale con la mia famiglia. Ho voglia di rivedere i miei amici. E soprattutto mai come in questi giorni sto sentendo la mancanza di Monica.
Se a tutto questo si aggiunge che il periodo che precede Natale, con i vari regali da fare (piaceranno? non piaceranno? come fare a trovare un'idea carina?), è sempre denso di emozioni, il risultato sono questi giorni. In fibrillazione, appunto.

domenica 14 dicembre 2008

ultima cena tutti insieme, al belga

(da sinistra: Emiliano, Rosario, Ilaria, Luisa, Ugo, io. Alessandra scatta la foto)

Ieri sera ultima cena di Little Italy al completo. Da oggi cominciano le partenze, Luisa sarà la prima, poi Rosario, Ugo, Io, Emiliano, Ilaria e Alessandra.
Cena al ristorante belga, con sapori che per un po' saranno abbandonati: carbonnade, stoemp, frites, birra, per finire con un'enorme coppa di gelato.

Alessandra inoltre è stata carinissima, portando a ciascuno un piccolo pacchetto, con dentro un pupazzetto di legno da appendere all'albero di Natale o - come ho già fatto - alla porta della stanza (nel mio caso era una renna fatta con una pigna). E la bellezza del gesto, inatteso e non dovuto - come subito abbiamo coralmente esclamato (ognuno con il suo stile; dal "no, dai, gentilissima, ma non dovevi!" di rosario al "ma sei scema?!?" di ugo) - è stata ulteriormente accentuata dal bigliettino personalizzato che accompagnava ogni pacchetto. Il mio diceva che era un pensiero "per non dimenticarti dei tuoi ritardatari, caciaroni, amici terroni".

E' straordinario pensare quanto ci siamo legati in questi pochi mesi. Certo, la situazione Erasmus favorisce la costruzione di gruppi così, però non era scontato (anzi, prima di partire una delle cose che temevo di più era proprio un'eventuale solitudine).
Soltanto il tempo dirà se questi rapporti d'amicizia dureranno anche dopo il ritorno, se davvero rispetteremo le promesse di andare a Scicli, di tornare a Bxl, di trovarci in Italia "a metà strada" (tra Roma e Napoli però; così la maggioranza terun vede le cose).
Ma al momento è davvero importante? In spirito oraziano, per ora mi godo il momento senza preoccuparmi di quello che sarà. E sollevo una silenziosa preghiera di ringraziamento.

le magnifiche sette


Chimay
Orval
Rochefort
Westmalle
Achel
La Trappe
Westvleteren


Sono le sette birre trappiste. Le uniche esistenti al mondo. Le uniche realmente prodotte dai monaci. Ieri ho bevuto La Trappe e con essa sono a quota 6.


La Westvleteren non si trova nei bar. I monaci la vendono solo (in quantità limitata e a caro prezzo) al consumatore finale. E bisogna andare a prendersela all'Abbazia di Saint Sixtus a Westvleteren (Fiandre occidentali). A tre ore di macchina da Bxl. E' una sfida. E la vincerò prima di finire l'Erasmus.


Per la cronaca, per ora la migliore è stata la Rochefort.

venerdì 12 dicembre 2008

20-20-20

Oggi è stato raggiunto l'accordo sulla direttiva 20-20-20, chiamata così perché obbliga gli Stati membri dell'Unione europea a raggiungere, entro il 2020, questi obiettivi: riduzione del 20% delle emissioni di gas serra, aumento del 20% dell'efficienza energetica e aumento al 20% del ricorso alle fonti alternative.

Il governo italiano aveva cercato di rendere meno stringenti questi vincoli e qualche concessione l'ha anche strappata, nonostante la sostanza dell'accordo sia rimasta integra.
Diceva il ministro Ronchi: "Riteniamo che oggi le imprese debbano essere aiutate e sostenute, e non aggravate da ulteriori costi con il pacchetto clima". (ANSA)

E' un approccio che non condivido.

Credo che quella tra costi e ambiente sia una falsa scelta, per due motivi:
1) se non abbiamo un pianeta..
2) per mezzo della protezione ambientale e dello sfruttamento di nuove risorse energetiche si creano ricchezza e lavoro
(Al Gore, premio Nobel per la Pace 2007)






giovedì 11 dicembre 2008

presentazione di droit de la concurrence

Il momento tanto atteso è arrivato ieri pomeriggio: la presentazione di Droit de la concurrence. Si tratta del lavoro a gruppi di cui ho già parlato. A seguito di una serie di vicissitudini ero stato inserito nel gruppo sugli abusi di posizione dominante e nello specifico mi era stato assegnato un documento del Dipartimento della Giustizia USA sui monopoli, col compito di evidenziare le differenze con l'UE.
Messa così sembra chissà che cosa, in realtà si trattava di una roba di 5 minuti. Però era una roba in francese e davanti alla classe (circa 40 persone) e al prof. Per questo mi ero ben preparato (aiutato anche dai colocs).


Ieri, quando tocca a me, parlo, seguo i punti del discorso (senza guardare più di tanto gli appunti), evidenzio le differenze (vendite legate e rifiuto di trattare negli USA sono legali, in Europa no), concludo. Facile. Mentre parlo annoto mentalmente che il prof si sta facendo gli affari suoi: prima scarabocchia, poi scrive un sms.
Dopo di me parlano altre due persone, che presentano la comunicazione della Commissione di una settimana fa. Tutto liscio. Troppo facile. Nemmeno mi ero divertito.
Quando già stavamo per dirigerci a posto il prof salta su: "Ah davvero bene! Ora mi piacerebbe sentire la presentazione del documento sul diritto americano". Sguardi attoniti - e un po' preoccupati, della serie "e ora che fa?" (si vede che non conoscevano ancora il Buzz) - dei compagni di gruppo. La capogruppo osserva "beh, ne ha parlato prima". E il prof "certo, lo so (!), è andato bene, ma vorrei evidenziasse ora proprio le differenze".

In verità non ero preoccupato. Primo perché qualche scherzo me l'aspettavo. Secondo perché a seguire il copione non mi divertivo. Ora sì che diventava "amusant".
In perfetto stile "Di Perna", senza più leggere gli appunti, ho rifatto la presentazione, togliendo qualcosa, spostando l'ordine, aggiungendo cose non dette (ero stato sintetico, c'era ancora qualcosa a cui attingere). A metà del discorso mi è suonato il cellulare. "The Blues brothers - Everybody needs somebody" come suoneria. Discreta eh? Alla fine ero così preso bene che ci ho infilato anche la battutina "Beh, certo, come si vede è un approccio molto economico. Infatti l'anno prossimo mi sa che faccio un master anche in economia". Ho concluso con una valutazione complessiva (diritto USA più permissivo, ma comunque le imprese che operano in un contesto internazionale devono allinearsi al diritto più severo e quindi seguono i dettami della Commissione) che era in fondo quello che il prof richiedeva. Una buona prestazione. Puro Buzz. Me la sto tirando? Sì, un po'. Ma non mi interessa.

Dopo di noi è toccato al gruppo che presentava il caso Microsoft. L'impostazione era sfacciatamente pro-Commissione (e anti Bill Gates), ma ci stava. Io però prima di andare in classe una ricerchina su internet l'avrei fatta. E avrei scoperto che il prof era stato l'avvocato di Microsoft. Di conseguenza avrei certo mantenuto la posizione anti-Gates (che nel caso aveva torto) però frasi tipo "Microsoft ha rubato il programma X" le avrei evitate. Non a caso il prof non è sembrato gradire l'impostazione. Si è spesso lamentato della lunghezza degli interventi e a un certo punto ha detto "Beh, non mi sembra una ricostruzione molto oggettiva. Comunque continuate, poi aggiungerò qualche elemento".
Non è per denigrare l'altro gruppo. Ho un grande rispetto del lavoro che hanno fatto, che è stato immenso (più di 500 pagine tra articoli, decisioni della Commissione e del Tribunale) e difficile (certo più del mio). Però l'avrei impostato in maniera diversa.

Piccola appendice agghiacciante

Ieri sera entro in cucina e sento profumo di pesto. Lindsey ne ha un barattolo in mano. "E' la prima volta che lo provo" dice. Ottimo. Vedrai, è buonissimo.
Esco e rientro una decina di minuti dopo. Lindsey è seduta e sta per attaccare: davanti a lei un piatto di spaghetti al pesto sui quali è deposto un uovo strapazzato. "Noooo". E lei "Ma no, sto facendo come mi hai detto tu! Non li mangio insieme! Prima l'uovo, poi la pasta". E io "MA NOOOO!! Prima la pasta!". E lei, scostando l'uovo "Ok" e armata di coltello e forchetta fa a pezzi gli spaghetti. "NOOOOO!!!".
Sono dei barbari.


Lindsey, pardon si je me moque un peu de toi, mais vous étes trop amusant!

mercoledì 10 dicembre 2008

la dichiarazione universale dei diritti dell'uomo / la déclaration universelle des droits de l'homme / the universal declaration of human rights

Esattamente 60 anni fa è stata firmata a Parigi la Dichiarazione universale dei diritti dell’Uomo. È il frutto maturo di circa tre secoli di filosofia, pensiero politico e diritto. Comprende sia i più antichi diritti di tradizione liberale – i cosiddetti diritti civili e politici (dal diritto alla vita all’Habeas corpus, dalla proprietà privata alla libertà di iniziativa economica) – sia i novecenteschi diritti sociali, figli del pensiero socialdemocratico (dal diritto alla previdenza a quello al lavoro, dalla sanità all’istruzione).

Siamo abituati a pensare ai diritti dell’Uomo come a qualcosa di astratto, valori importanti ma vuoti, che non hanno nulla a che fare con la nostra vita quotidiana. Certo, sono importanti e bisogna lottare per far sì che siano rispettati, ma si tratta di qualcosa che riguardava le dittature del passato e oggi concerne solamente certi Stati autoritari (Cina, alcuni Paesi africani, Russia). Non certo l’Italia. Ci sbagliamo.

I diritti dell’Uomo vengono tuttora violati in molti casi anche in Italia (e in Europa). Non è necessario uno scenario apocalittico, sono sufficienti piccoli atti che feriscono uno dei membri della “famiglia umana” negandone dignità o discriminandolo.

Qualche esempio:
-        il diritto alla vita (art. 3) è violato dall’aborto;
-        il diritto alla sicurezza e all’integrità personale (art. 3) è violato laddove a causa di leggi e controlli inefficaci le condizioni di lavoro nei cantieri o nelle fabbriche sono insicure;
-        il divieto di riduzione in schiavitù (art. 4) sarà violato fin quando non ci sarà una legge che riconosce nel cliente della prostituta uno dei suoi sfruttatori e, conseguentemente, lo punisce;
-        il divieto di tortura (art. 5) è stato violato dalle operazioni di rendition della CIA (anche in Europa);
-        il diritto a un'effettiva possibilità di ricorso a competenti tribunali (art. 8, 9) è violato in Italia a causa della lentezza dei processi; è stato violato inoltre dalla legge che consentiva al potere esecutivo di espellere immigrati senza una verifica giudiziaria (la legge è stata poi eliminata dalla Corte costituzionale);
-        il diritto a un giudice imparziale (art. 10) viene violato in Belgio dalla legge che autorizza i magistrati ad appartenere alla massoneria, come dimostrato in un recente caso;
-        il diritto di proprietà (art. 17) è ancora violato in Italia dalla legge (confermata da una scellerata interpretazione della Corte costituzionale) che autorizza i pubblici poteri a espropriare i beni privati senza corrisponderne il valore di mercato, limitandosi a un indennizzo;
-        non mi sembra sia necessario spiegare perché ritengo che in Italia sia violato il diritto a una rimunerazione equa e soddisfacente integrata, se necessario, da altri mezzi di protezione sociale (art. 23);
-        il diritto a un’educazione indirizzata al pieno sviluppo della personalità umana che promuova la comprensione, la tolleranza, l'amicizia fra tutte le Nazioni, i gruppi razziali e religiosi (art. 26) sarà violata se sarà approvato il progetto di legge per l’istituzione di classi che separino (temporaneamente) i bambini immigrati da quelli italiani.

Il rispetto dei diritti dell’Uomo (anche nel nostro Paese) non può accontentarsi di solenni dichiarazioni, ma ha bisogno di una vigilanza e un impegno quotidiani. Anche se non siamo direttamente colpiti dalla violazione. È la strada migliore (probabilmente l’unica) per un futuro in cui la possibilità di costruire la propria felicità sia assicurata a tutti.


La Déclaration universelle des droits de l’Homme a été signée il y a 60 ans. C’est le produit de trois siècles de philosophie, politique, droit. Elle reconnait soit les droit de la tradition libérale (les droit civils et politiques, par exemple le droit à la vie, l’Habeas Corpus, la propriété, les libertés économiques) soit ceux du pensé socialiste et démocratique (droit à un aide social, au travail, à la santé, à l’éducation).

Nous pensons souvent que les droits de l’Homme soient quelque chose d’abstract, des principes vides qui n’ont rien à voir avec notre vie quotidienne. Certes, ils sont importants et il faut lutter parce que ils soit reconnaisses aussi dans plusieurs Etats qui aujourd’hui ne les respectent pas (Chine, Pays africains, Russie). Mais ils n’ont rien à faire avec l’Italie. Nous nous trompons.

Les droits de l’Homme sont violés aussi en Italie (et en Europe). Il faut comprendre que il n’est pas nécessaire avoir quelque chose d’apocalyptique pour avoir une leur violation, mais il suffi un acte qui nie la dignité et l’égalité inhérente à tous les membres de la famille humaine.

Quelque exemple :
-        le droit à la vie (art. 3) est violé par l’avortement ;
-        le droit à la sureté de sa personne (art. 4) est violé lorsque les conditions du travail dans les chantiers de bâtiments et les usines ne sont pas sures ;
-        la prohibition de la servitude (art. 5) sera violée jusqu’à quand il n’y aura pas une loi qui punisse les clients (qui sont aussi des exploiteurs) des prostitues ;
-        le droit à un recours effectif devant les juridictions (art. 8, 9) est violé si les procès sont trop longue (comme en Italie ou en Belgique) ; il a aussi été violé par la loi qui autorisait le gouvernement italien à ordonner des expulsions d’immigrés clandestines sans un control du juge (cette loi a été ensuite cassée par la Cour constitutionnelle) ;
-        le droit à un tribunal indépendant et impartial (art. 10) a été violé en Belgique dans l’affaire dans lequel la maçonnerie a influencé un jugement ;
-        le droit de propriété (art. 17) est violé en Italie par la loi qui autorise le gouvernement à exproprier les biens des particuliers sans donner une indemnisation égale à sa valoir du marché ;
-        c’est évident que le droit à une rémunération équitable et satisfaisante complétée, s'il y a lieu, par tous autres moyens de protection sociale (art. 23) n’est pas assuré en Italie ;
-        le droit à une éducation visé au plein épanouissement de la personnalité humaine et qui favorise la compréhension, la tolérance et l'amitié entre toutes les nations et tous les groupes raciaux ou religieux (art. 26) sera violé s’elle sera approuvée la proposition de loi pour séparer les enfants italiens et ceux immigrés dans les écoles;

Il faut garder le respect des droits de l’Homme dans notre Pays, aussi si nous ne sommes pas directement concernés par la violation. C’est la meilleure façon (peut être l’unique) pour un future dans lequel la recherche de la félicité soit assuré à tout le monde.


The Universal Declaration of Human Rights was adopted 60 years ago.
It is the product of three centuries of philosophy, politics and Law. It declares Rights derived from the Liberal Tradition – so called civil and political Rights (Right to life, Habeas Corpus, property, economic freedoms) – and from Democratic Socialism – so called economic, social and cultural Rights (Right to subsistence, Right to have a work, health care, education).

We usually thinks that Human Rights are abstract, empty values, which have nothing to do with our everyday life. Yes, they are important and it needs to fight for they will be recognized in many States (such as China, African States, Russia), in which they are usually violated. But they don’t concern Italy. We are wrong.

Human Rights are still violated in Italy (and in Europe) too. It doesn’t need to have something apocalyptic, an act which denies the inherent dignity and equality of all members of the human family is enough.

Some example:
-        the Right to life (art. 3) is violated by abortion;
-        the Right to security of person (art. 3) is violated by unsafe conditions of work in construction sites and factories;
-        the prohibition of slavery (art.4) is violated until there won’t be a statute which punish who has sex affairs with prostitutes;
-        the prohibition of torture (art. 5) has been violated by the CIA “renditions” (also) in Europe;
-        the Right to an effective remedy by the tribunals (artt. 8, 9) is violated because Italian trials are too long; it has been violated by the statute which allowed the Government to expulse illegal immigrants (later, it has been removed by Italian Constitutional Court);
-        the Right to an independent and impartial tribunal (art. 10) has been violated in Belgium because of the influence of the Massonery;
-        the property Right (art. 17) is violated in Italy by the statute which allow the Government to expropriate goods without a compensation which is equivalent to his economic value;
-        it is clear that the Right to just and favourable remuneration supplemented, if necessary, by other means of social protection (art. 23) is not assured in Italy;
-        the Right to an education directed to the full development of the human personality and to promote understanding, tolerance and friendship among all nations, racial or religious groups (art. 26) will be violated if the bill for separating Italians and immigrants in schools are approved.

We must look out everyday to promote the respect of Human Rights also in our Country, even if we are not directly concerned by the violation. It is the best way (maybe the only way) for a future in which the pursuit of Happiness is assured to everybody.

martedì 9 dicembre 2008

marché de Noel



Ieri sera siamo andati (io, i miei colocs e Ugo) ai mercatini di Natale a Ste. Catherine. In verità non è niente di tipico, ormai queste bancarelle si assomigliano un po' tutte in tutti i paesi. Però è stato carino mangiare frites, ficadelle (una specie di salsiccia fritta) e bere il pekett (una specie di chupito leggerissimo). Poi passaggio al Delirium.
Serata carina, ma quando c'ero andato circa una settimana fa questi mercatini mi erano piaciuti di più.

lunedì 8 dicembre 2008

milano

Nonostante io sia quassù non dimentico la città nella quale ho studiato per quattro anni, in cui esco e ho tanti amici, dove tornerò alla fine di quest'Erasmus. Per questo riporto due cose che mi hanno colpito in questo fine settimana, due atti d'amore per Milano.

Dalla qualità del dialogo dipende il volto della Città, il suo essere aperta, accogliente, attenta ai suoi cittadini; ai piccoli, agli anziani, ai malati. Ed è proprio dalla capacità di dialogo (nel senso di “mettersi in relazione”) che è scaturita la storia di questa splendida Città: un dialogo e una possibilità di relazioni favoriti anche dalla posizione geografica, all’incrocio di tante ed importanti vie di comunicazione.
(Dionigi Card. Tettamanzi, discorso alla città nella solennità di S. Ambrogio. Leggi il testo integrale)

Elio e le storie tese non accettano l'attestato di benemerenza che il Comune di Milano ha assegnato loro. Lo annunciano in una lettera al Comune nella quale spiegano che la loro decisione e' motivata dal disaccordo con la scelta di non assegnare l'Ambrogino d'oro a Enzo Biagi e la cittadinanza onoraria a Roberto Saviano. L'attestato di Benemerenza civica sarebbe stato consegnato loro durante la tradizionale cerimonia del 7 dicembre, giorno di Sant'Ambrogio.
(ANSA)

domenica 7 dicembre 2008

bulex

Ieri ho studiato. E bene. Ho finito la seconda lettura del manuale di Droit de la concurrence. Ho finito di copiare gli appunti e di leggere le fotocopie del corso sulla Cour de Justice. Lavorare da soddisfazione.

Inoltre sapevo anche che oggi non avrei fatto molto. Ieri sera infatti siamo andati al Bulex. Si tratta di una grande festa, una specie di maxidiscoteca con musiche di vario tipo (ma sempre sul ballabile andante), organizzata ogni primo sabato del mese in una vecchia scuola abbandonata, poco oltre il canale.
La preparazione della serata in realtà è stata macchinosa, ci siamo trovati in centro e abbiamo tergiversato un po' prima di decidere definitivamente di muoverci (io in particolare ero molto indeciso se andarci o meno).
Alla fine siamo arrivati, ci siamo messi in coda e abbiamo preso e dato la nostra quota di spintoni. Siamo entrati all'1.30, un record. E poi giro per tutte le sale, 5 minuti ciascuna a ballare in pista e poi cambio, il modo migliore per godersi una festa così. Un casino enorme, roba da film.
In generale posso dire di essermi divertito. Non era minimamente il mio genere, ma una volta nella vita va provata, anche perché qui a Bxl è LA festa. Dipende un po' da come la prendi. E' il classico luogo dove il "divertimento" viene portato all'estremo e si trasforma in sballo, con la musica altissima, così tanto che i bassi fanno fibrare il pavimento. Si potrebbe stare a discutere della bizzarra esigenza di questa generazione di esagerare, di sballarsi, e si potrebbero citare il concetto pascaliano di divertissement o il senso dell'Avvento, ma mi sono svegliato da poco e non so dove potrebbe portarmi fare della filosofia. Si tratta comunque di una situazione che, presa con ironia e con gli amici giusti (nel caso Ugo, Alessandra di Roma e Luisa), risulta alla fine divertente.
Alle 5 abbiamo preso un taxi e siamo tornati a Ixelles. Ho proposto una pasta - ore in piedi a muovermi.. avevo un languorino! - ma l'idea non è stata colta.

Dimenticavo: ieri era St. Nicolas, il giorno in cui i bambini belgi ricevono i regali. Gli Speculos sono il dolce di St. Nicolas, sono dei biscotti da the secchi e zuccherosi. Ne ho comprato un pacco e l'ho messo sul tavolo della cucina con un biglietto "St. Nicolas les a laissés pour vous, en disant que c'est parce que vous étes gentils avec l'italien". "Che cariiiiino!" direbbe qualcuno..

giovedì 4 dicembre 2008

prova della presentazione di droit de la concurrence

Ieri ho fatto la prova generale della presentazione sul diritto antitrust USA sui monopoli. Grazie a Laurie che è stata ad ascoltarmi.


Hier j'ai terminé de préparer ma présentation sur le droit américain sur les monopoles. Merci a Laurie qui m'a aidé.

mercoledì 3 dicembre 2008

soirée mecs italienne-belge

Ieri sera le ragazze del piano sono andate a fare "soirée filles" da una loro amica. Io, Corentin e François ci siamo trovati nel corridoio deserto. Ci siamo guardati. "Ok, soirée mecs italienne-belge": pasta alla carbonara, con obbligo di usare solo la forchetta (né coltello né cucchiaio per aiutarsi) più Grimbergen dorée. Rutti finali di approvazione per la cena. E.. anche i Belgi conoscono lo "Shutz!".



Hier soir les filles sont allées chez une amie pour une "soirée filles". Moi, Corentin et François on s'est trouvés dans le couloir vide. On s'est regardés. "Ok, soirée mecs italienne-belge": des pates carbo (à manger juste avec la forchette) et Grimbergen dorée. A' la fin, rots d'approvation pour le diner. Et.. meme les Belges connaissent le "Shutz!"

martedì 2 dicembre 2008

friendsliveinbrussels

Al grido di "only here for the beer and the Buzz" giovedì sera sono approdati a Bxl
Monica, Silvia, Fra, Claudia, Valentina. Si sono subito resi conto di cosa intendevo quando dicevo "freddo" e che l'ostello non era poi così vicinissimo al centro (sorry).

Ma a parte questo, mi sembra che si siano divertiti un sacco, apprezzando la città e gli sprazzi di "Belgitude" che gli ho fatto conoscere.
In particolare la vacanza è stata molto enogastronomica:

-
mitraillette (panino gigante con carne, cipolle o altra verdura, salsa, frites - soprattutto Fra ne è rimasto colpitissimo, cullava il suo panino come fosse un neonato, del resto quelle erano le dimensioni);
-
gauffres (cialda calda e caramellosa - quella di Liege - o zuccherosa - quella di Bxl, che a piacere si possono ricoprire di cioccolato, Nutella, fragole, zucchero a velo, panna. La pausa gauffres a metà pomeriggio era particolarmente caldeggiata da Silvia);
-
moules (cozze, servite ovviamente con.. frites!)
-
birra (memorabile Claudia che al Delirium, sorseggiando una Delirium 8.5°, si bullava per la sua capacità di reggere l'alcol, a differenza di Monica che avrebbe preso solo "un succo di frutta" - cioè una Barbar, 2.5°);
-
stoemp (puré di patate e verdure) e salsicce o carbonnade flamande à la bière
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fragole ricoperte di cioccolato
-
cioccolatini vari


Non si pensi però che abbiamo passato quattro giorni solo a mangiare (beh, quasi..).
Venerdì giro per Bxl - con me quale guida d'eccezione: la cattedrale di St. Michel et Ste. Gudule, la Grand Place, il mitico Manneken Pis (coi suoi compagni Janneke, la bambina, e Zinneke, il cane, tutti presi dalla stessa occupazione. Come mi disse una volta un belga di nome Martin: "C'est un mixte de bière et de pipi: c'est la Belgique!"), i murales di St. Gery, la galerie de la Reine, il museo delle Beaux-Arts (per me e Monica, che l'avevamo già visto, giro al Canale), la chiesa di Ste. Catherine e i mercatini di Natale.


Sabato gita a Bruges, città medievale fredda, bellissima e piena di "scorcini" che mandavano in estasi Valentina (i cui frequenti "oohh!! che cariiino!!" densi di glucosio cominciavano a "ennerver" Fra). Serata al vecchio mercato di St. Gery (e Silvia ha cominciato a rendersi conto che Bxl è una città molto viva nel fine settimana).
Domenica mattina messa, Atomium (per me e Monica, che avevamo già dato, il simpatico tour dei murales con lo stile fumettistico della Bande dessinée, che lei si è gustata interamente - anche per interessi diciamo professionali, e giro romantico sulla ruota panoramica), e gita pomeridiana a Leuven: l'Università Cattolica di Milano in visita a quella (più antica) della cittadina fiamminga. Carino il villaggio universitario con le casette di studenti e professori, sembrava perso in un altro secolo. La sera cena con le moules da Chez Leon (approvato!) e.. Delirium!! Da registrare la particolare allegria di Claudia, un po' "éméchée".
Lunedì visita del Parlamento europeo (dove, incredibile!, c'era anche.. Lazzate!!), al termine della quale era impossibile non canticchiare l'Inno alla gioia, pranzo alla friterie "Chez Antoine" di Place Jordan, visita della casa-museo di un banchiere piena di quadri e oggetti d'arte, lunga passeggiata nel Bois de la Cambre (l'idea era portarli alla mia Università, ma poi mi sono perso nella foresta.. ehm.. sorry..) e partenza (con l'ultima gauffre in aeroporto).


Spero che saranno questi amici a commentare qui questi giorni. Io posso solo fare una citazione.
"
Hai la fortuna di aver conosciuto sempre persone straordinarie" disse una volta una delle persone più straordinarie che ho conosciuto. Aveva ragione.

grand place, bruxelles

grand place, bruxelles