giovedì 27 novembre 2008

rum, francese e lavori di gruppo

Ieri sera al quinto piano c'era la festa di compleanno di Hugues, un dottorando che viene da Haiti. E' stato chiesto a tutti di raccontare una barzelletta. La cosa mi ha preso bene per due motivi:

1) Jocelyne non ha capito una barzelletta di Corentin e gliel'ho spiegata io. François ha commentato "certo che tu che sei francona, farti spiegare la barzelletta dall'italiano.."
2) Ho raccontato la barzelletta sull'ingegnere che si fa la tipa sul computer nuovo (raccontatami da disca, ovviamente) e.. hanno riso!! Non so se è perché sono stato chiaro, perché gli ingegneri sono universalmente sfottuti o tutte e due.

Questo si aggiunge al fatto che finalmente comincio a sentire la differenza tra il francese dei francesi e quello dei belgi: ieri a lezione un ragazzo che lavora alla Commissione europea ha raccontato la sua esperienza (interessante!) e dopo un po' che lo sentivo ho pensato "non si capisce quasi niente, dev'essere francese!". E immancabilmente, qualche minuto dopo, la conferma "Quand j'ai travaillé pour l'autorité française de concurrence..".

Tornando alla festa, alle 23 circa, quando la folla era diminuita, Hugues ha tirato fuori quello per cui i più scaltri erano lì: il rum haitiano!!

Per chiarire che - a differenza di quello che sembra - non faccio solo feste, preciso che oggi ho inviato al prof. di Milano la bozza aggiornata della tesi e che ho passato il pomeriggio di martedì a preparare la mia parte lavoro di gruppo che presenteremo settimana prossima. Si trattava di leggere un rapporto del dipartimento della giustizia USA su concorrenza e monopoli e fare un paragone con gli abusi di posizione dominante nel diritto dell'UE. Siccome dovrò anche riesporlo, l'ho studiato e ho preparato un riassunto scritto (in francese; ho anche chiesto una consulenza alla Fede per capire bene il "boundled discount").
Quando ci siamo divisi il lavoro, Aurelie - capo del gruppo - mi ha chiesto "E' un problema per te fare una presentazione in francese davanti alla classe?".
E io, facendo spallucce: "No, no". Più pubblico c'è, meglio è. Ora devo solo stare attento allo Ybris...

mercoledì 26 novembre 2008

professore assenteista

La lezione di oggi del corso di "Droit judiciaire européen et international" (peraltro molto interessante) è saltata. L'avviso è stato dato poche ore prima. Sarà almeno la quanta volta che succede. In bacheca si precisa: "Prochain cours: horaire normal".
Sembra sempre di più una presa in giro.

mamibuzzliveinbrussels

   Oggi ho fatto la guida.

martedì 25 novembre 2008

le radici cristiane dell'Europa / les racines chrétiennes de l'Europe / Europe's Christian roots

Qualche giorno fa Benedetto XVI ha scritto una lettera al filosofo e senatore Marcello Pera, commentando il suo ultimo libro “Perché non possiamo non dirci cristiani”. In questo testo il Papa sostiene che è necessario che l’Europa e la sua Costituzione non siano il frutto di una realtà cosmopolita ma trovino, a partire dal loro fondamento cristiano-liberale, la propria identità. Sono cattolico ma, rispettosamente, dissento.

Nel testo del Papa c’è la vecchia idea secondo cui le radici cristiane devono trovare menzione nella Costituzione europea. Non sono d’accordo. Lo scopo di una Costituzione è di porre le regole fondamentali di una Nazione. Per questo è ovvio e necessario che essa riconosca i valori più importanti della società. E certamente quelli cristiani sono principi fondamentali della cultura europea.
Però una Costituzione è soprattutto uno strumento giuridico, un mezzo mediante il quale i giudici possono risolvere alcuni problemi dei cittadini. Ha senso che un valore sia menzionato in una Costituzione solo se esso potrà essere poi utilizzato dai giudici nella risoluzione delle controversie. So di avere un approccio molto pratico: se un diritto non può essere invocato davanti a un’autorità che lo porti dalle parole ai fatti, esso non esiste.
I valori cristiani possono essere utili in un processo? Direi di no. Il cristianesimo è una religione e i valori che esprime sono morali, non giuridici. L’applicazione giudiziaria di valori morali sarebbe una violazione della fondamentale separazione tra legge ed etica.
Inoltre bisogna sottolineare il fatto che il Cristianesimo è sicuramente una delle radici più importanti della cultura europea, ma non è l’unica. Inoltre oggi non si può realisticamente dire che sia la religione a costituire un fondamento comune e condiviso dell’Europa: ci sono moltissime persone che non credono in Gesù e mote altre che non credono affatto.
Credo che ciò che davvero può essere considerato il collante morale dell’Europa degli ultimi secoli sia l’Umanesimo, con i suoi valori di tolleranza, libertà, riconoscimento dell’umanità delle altre persone. Sono questi i valori che possono (e debbono) essere menzionati in una Costituzione (e del resto lo sono nelle Costituzioni dei Paesi europei). Sono valori Cristiani, ma non sono solo valori religiosi e per questo possono essere accettati anche in una prospettiva laica.

Il y a quelque jour Benoit XVI a écrit une lettre au philosophe italien Marcello Pera. Dans ce texte le Pape disait que il faut que l’Europe, et sa Constitution, ne soient pas un « melting pot ». Il faut que l’Europe redécouvre ses racines chrétiennes et libérales. Je suis catholique mais, respectueusement, je ne suis pas d’accord.

Dans le texte du Pape il y a la vieille idée que il faut que les racines chrétiennes soient mentionnées dans la Constitution Européenne. Je ne pense pas ça. Le but d’une Constitution c’est d’établir la loi fondamentale d’un Pays. Il faut qu’elle reconnaisse les valeurs les plus importantes d’une société. Et, bien sur, ceux chrétiens sont des principes fondamentaux dans la culture européenne.
Mais une Constitution c’est surtout un instrument juridique, qui est appliqué par les juges pour la solution des litiges. Une valeur peut être mentionnée seulement si les juges la peuvent appliquer.
Les valeurs chrétiens peuvent être utiles dans une jugement ? Selon moi, non. Le Christianisme c’est une religion et exprime des valeurs qui sont morales, pas juridiques. L’application de valeurs morales dans la solution des litiges serait une violation de la séparation fondamentale entre la loi et l’étique.
Ensuite il faut souligner que le Christianisme est surement une des racines les plus importantes de la culture européenne, mais il n’est pas l’unique. Et aujourd’hui il n’est pas plus universel : il y a beaucoup de gents qui ne croit pas en Jésus. Selon moi ce que vraiment unie les Européens c’est l’Humanisme, avec ses valeurs de tolérance, liberté, respect des autres personnes. Celles-ci sont valeurs qu’il faut mentionner dans une Constitution (et en effet ils sont mentionnées dans toutes les Constitutions des Pays européens). Bien sur elles sont aussi des valeurs chrétiens, mais elles ne sont pas seulement religieux et donc peuvent être acceptées aussi par les laïques.

A few days ago Benedict XVI wrote a letter to Italian philosopher Marcello Pera. In his text the Pope says that Europe, and her Constitution, should not be a melting pot. Europe should rediscover its identity, which is based on Christianity and liberalism. I am a Catholic but, respectfully, I don’t agree.

In the Pope’s text there is the old idea that Christian roots should be mentioned in the European Constitution. I don’t think so. The aim of a Constitution is to establish the fundamental law of a Country. It should recognize the most important values of a society. And it is obvious that Christian values are fundamental in European culture.
But a Constitution is above all a legal instrument, which is applied by the Courts for dispute resolution. A value can be mentioned only if judges could usefully apply it.
Are Christian roots useful in a judgement? Not in my opinion. Christianity is a religion and express moral, not juridical, values. An application of moral values in dispute resolution would violate the fundamental division between law and ethics.
Moreover it should be said that even if Christianity is one of the main important roots of European culture, actually it is not the only one. And today it is not universal: there are lots of people that don’t believe in Jesus. In my opinion what really links Europeans is Humanism, with his values of tolerance, freedom and respect for other people. These values can (should) be mentioned in a Constitution (and actually they are mentioned in all the Constitutions of European Countries). Sure, these are Christian values, but they are not only religious, so can be accepted also from a civil point of view.

domenica 23 novembre 2008

bollettino meteo e anversa


E questo è Soblosh stasera. La prossima volta vado in Erasmus in Spagna. (Anzi no, non posso rinunciare alla birra belga).

Ma non posso lamentarmi. In fondo Bruxelles è sempre più caldo (a usare quest'espressione vengono i brividi: diciamo "meno freddo") di Antwerpen, dove sono stato stamattina a trovare mia mamma, là per lavoro.
Mattinata nel vento freddo a girare per una città medievale bellissima (e ricchissima, ma del resto sono le Flandre) con una enorme stazione centrale, a cercare di seguire una messa in fiammingo (a quanto pare solenne: il che è carino, con il coro e i chierici, fa molto medioevo. Il problema è che anche lei è durata otto secoli) e a mangiare (finalmente) le moules, cioè le vongole - che finora non avevo ancora assaggiato perché loro sono care e io tirchio.
Pomeriggio tesi (e si protrarrà anche in serata, sono preso bene).

sabato 22 novembre 2008

nevica!



A Bruxelles è già pieno inverno. Questo è Solbosh alle 9.30 di oggi.

venerdì 21 novembre 2008

saint v


Il 20 novembre di ogni anno è il "Saint V". Gli studenti delle università di Bruxelles francofona (ULB) e fiamminga (VUB), separate dal 1970, si riuniscono per celebrare il loro comune fondatore, il liberal massone ottocentesco (altro che "Saint! ma erano altri tempi..) Pierre Théodore Verhaegen.
Questo da vita a un colossale corteo che parte dalla chiesa di Notre dame du Sablon e arriva fino alla Bourse, nel cuore della città.
Migliaia di giovani, sia dei circoli - i gruppi studenteschi stile college americano, sia esterni marciano, ballano, bevono (tanta) birra, fanno pipì negli angoli (e a volte non solo negli angoli) delle strade e insomma fanno un colossale (e un po' anarchico) casino.

Ovviamente io e Ugo non potevamo mancare quest'appuntamento (guarda le foto) e quindi ci siamo presentati alle 15 al Sablon. Il vero studente dei circoli pagava 10 euro e poteva bere tutta la birra che voleva (per questo avevano un braccialetto di riconoscimento e un boccale - o anche una tazza, qualcuno perfino un innaffiatoio giocattolo per i bambini - al collo). Noi considerando che al supermercato 8 Jupiler costavano 5 euro e che quindi per guadagnarci avremmo dovuto bere l'equivalente di 16 lattine, abbiamo deciso di fare in maniera casalinga, portandoci 8 lattine ciascuno (non dirò mai quante ne ho bevute).

Abbiamo poi seguito il corteo, incontrando altri Erasmus e i miei colocs Corentin (che era completamente fuori, tant'è che ha dovuto chiedere la strada per tornare a casa - mi ha detto il giorno dopo) e François, e facendo tutto quello che prevedeva il programma.
Nel complesso è stato abbastanza divertente, anche perché a differenza di moltissimi ragazzi, ho bevuto abbastanza da essere brillo ("éméché) ma non fino a stare male ("bourré").

Qualche considerazione. Innanzitutto non credo capirò mai il modo di divertirsi dei belgi. Ripeto, il pomeriggio è stato abbastanza carino, ma non ho bevuto come un belga e soprattutto non mi riempio di birra fino a vomitare tutte le settimane (come fanno alcuni di loro. Gli altri si riempiono di birra fino quasi a vomitare). Sono cose che ho già detto a proposito del TD: può essere interessante, specialmente per un Erasmus che va alla scoperta di una cultura in parte diversa, fare una o due volte queste cose, ma per loro è il modo di divertirsi abituale e questo non lo comprendo. Si tratta di un'impressione condivisa anche da altri italiani. In generale riteniamo che andare in un locale caldo, bere qualcosa (in quantità moderate), discutere, ballare, ascoltare musica dal vivo, vedere un film siano nel complesso più divertenti. Ma appunto si tratta di differenze culturali.
Quello che però mi è piaciuto particolarmente è il senso di appartenenza a una comunità universitaria che in Italia proprio non mi sembra ci sia. Era bello vedere persone di 40, 50, 60 e 70 anni - ex studenti - che partecipavano alla parata con il proprio berretto dei circoli consunto e pieno di lustrini perché, a così tanti anni di distanza, si sentivano ancora parte del loro gruppo studentesco.
E' bello che gli studenti invadano per un giorno la città (lo facessero in modo più pulito sarebbe anche meglio). E' bello avere un giorno di ritrovo universale per tutti gli studenti.

La sera ho cenato come un vero belga: potage (minestra) et fromage. Dopo aver rinunciato (su proposta - incredibile! - di Ugo) di andare a un concerto jazz, stavo per andare a dormire stanchissimo quando mi è venuto in mente che avevo delle sentenze della Corte di giustizia da cercare, scaricare e leggere per il giorno dopo. Ho avuto la forte tentazione di fregarmene e di infilarmi sotto il piumone. Poi però mi sono ricordato del patto che ho fatto con me stesso una volta arrivato qui: zio, puoi fare tutte le cavolate dell'Erasmus (non ho proprio detto cavolate, ma questo blog vuole mantenere un linguaggio pulito) a patto che ciò non vada mai a discapito della parte accademica. E così mi sono messo a leggere tutti "les arrets".

Unico problema di stamattina è stato il risveglio. La sveglia non è suonata (e va bene: ho sbagliato a impostarla), quindi alle 8.40 ho aperto gli occhi (lezione era alle 8.00), guardato l'orologio, imprecato, mi sono levato improvvisamente, ho sbattuto la schiena contro la mensola, ho re-imprecato e sono stato qualche secondo dolorante prima di alzarmi.

Giornata comunque produttiva. Ho lavorato bene alla tesi, poi sono stato finalmente assegnato a un gruppo di lavoro per diritto della concorrenza. Mi occuperò degli abusi di posizione dominante, che tanto piacciono alla commissaria Kroes.
Ho subito scritto al capo del gruppo chiedendogli che c'era da fare. Lei mi ha risposto inviandomi un documento di 70 pagine da leggere e annunciandomi che il gruppo si ritrova per dividersi il lavoro...
lunedì mattina alle 8!! Ma come!! Sono un Erasmus! La giornata non può cominciare alle 8!! Semmai può finire a quell'ora..

giovedì 20 novembre 2008

da romeo / cose intelligenti dei belgi / cose birresche

1) Oggi faccio pubblicità. Ieri sera sera sono andato al Tavernier a sentire un concerto di Da Romeo, gruppo jazz-rock del bassista Daniel Romeo. Sono bravissimi. Il cd esce a marzo 2009. Non so se arriverà anche in Italia, ma nel caso lo consiglio a tutti coloro che amano il jazz-fusion o in generale la musica ben suonata.

2) Ho scoperto che se vai al supermercato con le bottiglie di birra vuote, c'è una macchina dentro le quali le butti e che ti ridà 10cent per ognuna di esse. In questo modo il consumatore è incentivato a riciclare, l'impresa produttrice ottiene delle bottiglie pagandole di meno (immagino) e l'ambiente risulta più pulito. Insomma tutti ci guadagnano. Mi sembra abbastanza intelligente. Adottarla anche da noi?

3) Mi hanno spiegato la differenza tra una "Bière de l'Abbaye" e una "Bière trappiste". Nel primo caso i monaci hanno ceduto il marchio a un produttore, che è obbligato a rispettare criteri di qualità e metodi di produzione prestabiliti; nel secondo caso sono ancora i monaci a produrla. Attenzione quando la scegliete.

lunedì 17 novembre 2008

ho mangiato come un belga. mi devo preoccupare?

Stasera per cena ho preparato riso, bistecca e insalata di pomodori e carote. Il problema è che non ho mangiato prima il riso e poi il resto. Ho preso prima l'insalata; poi la bistecca insieme al riso.
Insomma.. ho mangiato come un belga!!
Quando me ne sono reso conto ho sollevato due occhi terrorizzati verso François e gli ho detto: "Se mi vedessi che sto per mangiare pasta con lo zucchero o che sto per spalmare il burro sul pane a pranzo o a cena, ti prego.. fermami!!"

domenica 16 novembre 2008

dal fine settimana la risposta a giovedì

Giovedì mi domandavo se la carica Erasmus si fosse già esaurita o se quella di mercoledì fosse stata solo una serata un po' di spleen. E dicevo che sarebbe stato il fine settimana a dare risposte. Beh, la carica Erasmus è tutt'altro che finita!

Venerdì sera sono andato (con Nuria, Antonio, Anna ed altri) a vedere "Vicky Cristina Barcelona", l'ultimo film di Woody Allen. Premetto che a me erano piaciuti i suoi "vecchi" film, quelli incentrati su New York e sulle sue nevrosi e che facevano ridere a crepapelle, meno invece gli ultimi. "Scoop" in particolare l'avevo trovato fastidiosamente surreale e per niente divertente.

"Vicky Cristina Barcelona" invece mi è abbastanza piaciuto. Lo abbiamo visto in lingua originale (2/3 inglese e 1/3 spagnolo) con i sottotitoli in francese e fiammingo, come usano fare qui. Belle musiche e fotografia. Sulla storia (riassunta bene dal trailer) invece devo riflettere.
Ci sono due cose che non mi convincono. La prima è che mi sembra un film molto più conservatore di quello che appare e vuole apparire. E' vero, i protagonisti si lasciano andare a varie trasgressioni. Però alla fine ciascun personaggio è nella stessa identica situazione dell'inizio. Le due turiste americane ritornano a casa (una triste perché imprigionata in un matrimonio che ormai non vuole più ma che non ha la forza di rompere, l'altra che non sa cosa vuole ma solo cosa non vuole), i due spagnoli restano a Barcellona e riprendono a litigare.
La seconda è l'immagine che viene data di quella città e dell'Europa in generale. Tutti a feste molto radical chic, a mostre con quadri incomprensibili, sempre col bicchiere di vino, sempre in ristoranti costosi e in ricche case bohemien, a guidare decappottabili d'epoca. Juan Antonio, che fa il pittore ma non vende quadri (e suo padre fa il poeta ma non pubblica) per provarci con Vicky e Cristina le porta a Oviedo con un aereo privato. Tutti ricchi senza lavorare. Per carità, non è l'immagine dell'europeo imbelle che gli Americani qualche volta sembrano avere. Insomma, José Bardem è il classico macho e si fa tre bellezze del calibro di Rebecca Hall, Scarlett Johansson e Penelope Cruz (le ultime due anche contemporaneamente), mi sembra un'immagine abbastanza virile. Però è un'Europa che non esiste.
Comunque faccio i complimenti a Rebecca Hall, l'attrice meno conosciuta ma più brava del film. Gli altri interpretano sempre la stessa parte, relativamente facile: Javier Bardem è l'hombre tenebroso e affascinante, Scarlett Johansson la svampita molto disponibile (l'unico ruolo che le ho visto fare, in effetti), Penelope Cruz la classica spagnola passionale. Lei invece interpreta benissimo l'unico personaggio (Vicky) che si evolve nel corso della storia.

Dopo il film, festa a tema a casa di Queeny (dell'associazione Express per gli Erasmus). Tema: Stati Uniti. Sono andato col mio bravo cappellino degli Yankees (la maglietta era da lavare e perfino io non ho avuto il coraggio di ripescarla dal cesto) e là abbiamo incontrato Ugo, Luisa, Ilaria ed altri. Siamo stati lì per un po'.

Sabato invece - dopo una giornata passata prima a fare jogging, poi a sonnecchiare, poi davanti al computer a leggere articoli per la tesi (e quindi a sonnecchiare), poi sotto la doccia e a messa - io, Rosario, Valentina, Valeria e il ragazzo e Nuria (Ugo che odia ballare ha trovato un'alternativa), siamo usciti tardi e andati a ballare in un posto dall'originalissimo nome di "Havana Club". Anche lì ero preso benissimo e mi sono divertito, anche se poi ero più sudato di quando vado a correre. Magari ci porto i miei amici quando vengono a trovarmi.
Un'appunto: in Belgio in discoteca non paghi l'ingresso, paghi (in teoria) l'uscita (ma solo i ragazzi). Infatti sulla soglia mi ha fermato un tipaccio in giacca di pelle chiedendomi la "mancia per la sicurezza" (sì, suona un po' mafioso, in effetti). Io l'ho guardato e ho pensato: "Zio, io sono nato a Busto Arsizio..". E come il miglior Stefano Accorsi nella pubblicità del Maxibon ho scosso platealmente la testa "No comprendo!" e me ne sono andato.

Domenica pomeriggio breve giro in centro con Ugo e Nuria, a vedere l'ostello per quando verranno gli amici e il canale di Bruxelles. Infine, siccome il frigo languiva, "cena" dal kebabbaro.

Insomma, è andata bene. Come vedi, Steve, me la scialo abbastanza.

sabato 15 novembre 2008

prostituzione: la ricetta svedese

Segnalo un articolo interessante (anche se non racconta qualcosa di "nuovissimo") che descrive come in Svezia hanno pressoché eliminato la prostituzione.

Si tratta di un metodo che a pelle condivido e che applicherei anche in Italia. L'unico dubbio riguarda però un'obiezione che nell'articolo non è superata in maniera de tutto convincente: e se una donna volesse liberamente offrirsi per soldi e un uomo liberamente accettasse di pagare per averla, è giusto che lo Stato glielo impedisca?

venerdì 14 novembre 2008

un fou noir au pays des blancs

L'altro giorno, durante la lezione di francese abbiamo visto uno spezzone tratto da uno spettacolo teatrale: "Un fou noir au Pays des blancs" (Un buffone nero nel Paese dei bianchi). Scritto e recitato da Pie Tshibanda, racconta delle difficoltà di un immigrato congolese che vuole vivere legalmente in Belgio. E' molto divertente. Eccone un pezzetto. Questa storiellina è carina e volendo si può riadattare a ogni contesto.

(traduzione):

Un giorno George Bush muore. E va dritto all'inferno. Là trova Satana ad accoglierlo. Subito Bush gli chiede: Dov'è Bin Laden?
- Non è qui.
- Ma come? Te l'ho mandato con le mie bombe!
- Mai arrivato.

Allora Bush si preoccupa. Bin Laden è ancora vivo! Bisogna avvertire gli Americani!
- Satana, mi fai fare una telefonata?
- Cosa? non se ne parla nemmeno!
- Eddai, sii gentile!
- Vabbé, ma sii veloce.

Bush telefona e appena Obama risponde, lui gli dice più velocemente che può "Attenti, Bin Laden è ancora vivo!" e mette giù.
Satana gli dà subito la fattura.
- Cosa? 10 milioni di dollari?!? Ho parlato per solo 1 minuto!
- Beh, certo, che pensavi? Gli Stati Uniti non sono mica la porta accanto!

In quel momento la Regina d'Inghilterra (anche lei all'inferno), che se ne dormiva tranquilla si sveglia: "Ah, si può telefonare? Anch'io voglio!"
- Ma come - risponde Satana - te ne sei stata buona finora! Vattene!
- No, dai, per favore, fammi telefonare! C'è l'affare di Diana che non è ancora chiaro.. Vorrei sapere a che punto sono con l'inchiesta..

Anche lei quindi prende il telefono e parla per 2 minuti. Alla fine, la fattura.
- 2 milioni di sterline?!? Satana, non sei gentile!!
- Mai stato gentile. Sussù, paga!
E la Regina è costretta anche lei a staccare un assegno.

C'è un terzo che vuole chiamare: Mobutu l'ex dittatore del Congo!
- Eh no, tu no! Hai già rotto abbastanza quando stavi sulla terra!
Ma Mobutu è più veloce, prende la cornetta e chiama. Satana si rassegna. Ma a differenza degli altri due, Mobutu parla per un'ora, tanti sono i problemi del Congo.
Quando mette giù, Satana gli porge la fattura: 3 dollari.

A questo punto Bush si arrabbia per davvero: "Satana! Si sapeva che eri ingiusto di natura! Ma non a tal punto! A noi che abbiamo parlato qualche secondo chiedi milioni; e a lui che ha parlato per un'ora, solo tre dollari?!?"

Satana lo guarda: "Perché ti stupisce? Dall'inferno al Congo.. è un'interurbana!"

giovedì 13 novembre 2008

toga party

Ieri sera toga party. Era da quando ho visto John Belushi in "Animal House" che volevo farlo. L'occasione me l'ha data Ilaria, una ragazza che fa francese e boxe française con me e festeggiava il compleanno.

La serata per la verità era stata programmata diversamente. L'idea base era di andare al Tavernier, locale dove fanno musica (che nelle loro intenzioni dovrebbe essere jazz) ogni mercoledì, e poi alla festa.
Poco prima di uscire però mi arriva il messaggio di Ugo "Sono straaac, non vengo". Poi Luisa mi avvisa che ha perso le chiavi di casa e quindi ha problemi più urgenti a cui pensare. Io penso "chi se ne frega, vado lo stesso al concerto (ormai il biglietto l'avevo preso e la musica mi piace), sto lì un po' e poi vado alla festa".

C'è da dire che andare da solo in un bar e starsene da solo ad ascoltare gente che suona sembra bello nei film, nella realtà non lo è poi così tanto. Ma la musica non era male e dopo un po' qualcuno che conoscevo si è comunque fatto vedere, così non ero proprio solissimo.

Comunque dopo un po' (diciamo un'oretta) ho deciso che poteva anche bastare ed era ora di trasferirsi alla festa di Ilaria. Lì era proprio come in "Animal house", c'era un sacco di gente che conoscevo, musica a palla e dell'ottima sangria. Dopo un paio d'ore però qualcuno ha cominciato ad andare (per esempio Alessandra di Firenze, dicendo "Non voglio fare tardi"), qualche coppia ha cominciato ad appartarsi negli angoli (di una sala peraltro minuscola) e da una fonte non meglio individuata ha cominciato a diffondersi un inconfondibile odore di fumo. Insomma ho pensato che non avevo molto altro da fare lì e ho salutato la festeggiata, ritornando a casa (1 a.m. circa).

Stamattina pensavo: non sarà che, a metà circa dell'Erasmus, la carica iniziale si è quasi esaurita e quindi cominciano a stabilizzarsi i ritmi normali in cui uno non viene perché è stanco, una se ne va perché non vuole tornare tardi e io perché un po' comincio ad annoiarmi (tecnicamente stare fuori fino all'1 il mercoledì vestito con una toga non lo definirei "normale" ma è anche vero che giovedì non ho corsi al mattino)? Oppure è stata solo una serata generale di spleen?

Solo il fine settimana potrà dare risposta.

Per vedere le foto del toga party cliccare sul titolo del post.

lunedì 10 novembre 2008

né qui né altrove

viaggiare mi piace. non lo vedo solo come uno spostamento da un luogo all'altro, ma come un tempo e un ambito un po' fuori dal mondo, da gustare secondo per secondo. una cosa che si può fare, per esempio, nell'attesa di un volo aereo, e poi durante il volo e infine - perché mancano poche pagine e non si può non finirlo - persino sul tappeto mobile che porta all'uscita dell'aereoporto, è leggere.

in questo viaggio di ritorno ho approfittato dell'ennesimo regalo di mia mamma, il nuovissimo libro di gianrico carofiglio, "né qui né altrove". l'ho letto tutto d'un fiato e penso che sia stato giusto: secondo me questa storia - tutta ambientata in un'unica notte barese - è stata pensata per essere letta tutta subito.
racconta di tre amici che si rincontrano dopo anni. parla di un mondo adulto che continua a commettere gli errori dei giovani e ha rinunciato ai grandi sogni in cambio di alcuni ricordi belli e certi piccoli piaceri. è una narrazione profondamente ironica. in più punti mi sono scoperto a ridere abbastanza rumorosamente. è una visione della realtà un po' pessimista e umoristica insieme.
crampish, te lo consiglio. a volte quando leggo carofiglio penso che certe frasi, se tu scrivessi romanzi, potrebbero essere farina del tuo sacco.

mica è solo il "jolly" che non esiste più da un sacco di tempo, mi dissi. e poi proseguii, in una sequenza sconnessa, chiedendomi quando era stata l'ultima volta che avevo fatto una cosa per la prima volta. non trovai una risposta e persi l'equilibrio tra i pensieri. ma sarebbe accaduto altre volte, quella notte

sul mio stesso aereo ha viaggiato l'europarlamentare leghista mario borghezio.
al momento dell'imbarco c'è stato un brevissimo litigio tra lui e un altro signore. quest'ultimo cercava di seguire nella fila (molto disordinata, più che una fila direi un'ammucchiata) la moglie, borghezio cercava di inserirsi.
credo che i due si siano urtati e credo che il signore abbia passato (spero inavvertitamente) la valigia sul piede dell'onorevole.
ne è nato un alterco (il signore non parlava italiano) e borghezio ha detto "lei mi ha spinto, non si azzardi a mettermi le mani addosso" (sinceramente non mi sembra che l'altro stesse tentando di farlo). la cosa è durata circa 3 secondi, perché è immediatamente intervenuto un poliziotto in borghese che si è frapposto tra i due. borghezio è passato, subito dopo è toccato all'altro che ha raggiunto la moglie in fila per salire sull'aereo.

racconto questo episodio senza esprimere commenti, perché davvero non saprei come giudicarlo. non condivido le idee di borghezio e per quel poco che so di lui non mi sembra una persona simpatica. non ero però abbastanza vicino per valutare ragioni e torti. è altamente probabile si sia trattato semplicemente di un po' di spalla contro spalla dovuto alla ressa (chi ha preso il bus misinto saronno alle 7 di mattina sa di che parlo). mi sembra difficile che si sia trattato di un tentativo del signore di provocare il parlamentare. essendo straniero, dubito lo conoscesse.

ultima cosa: laurie e jocelyne mi hanno fatto una piccola sorpresa carina. sulla porta della mia stanza c'erano due foto di me in accappatoio mentre cucinavo, con un post-it che diceva: "bien rentré d'italie". merci.

giovedì 6 novembre 2008

la vittoria di obama; la victoire d'obama; obama's victory

Alcune considerazioni sulla vittoria di Obama:

1) È afroamericano, giovane e ha un secondo nome islamico (Hussein). La sua elezione è un’ulteriore prova della forza della democrazia americana.
2) Poche persone in Europa lo hanno sostenuto sin dall’inizio. Una di queste è il segretario del Partito democratico, Walter Veltroni. Questo è un fatto.
3) Molti saranno delusi da Obama. Innanzitutto perché quando una persona fa sorgere aspettative così grandi è poi facile che non riesca a soddisfarle tutte.
Poi perché molti dei suoi fan europei sono di destra e nelle proprie elezioni nazionali hanno spesso rifiutato politiche simili a quelle proposte dal nuovo Presidente degli USA.
La destra italiana al momento si divide tra chi cerca di goffamente di saltare sul carro del vincitore (Gelmini) o chi lo attacca (il senatore Gasparri, il giornale “Libero” – www.libero-news.it).
Ma saranno delusi anche i molti fan di estrema sinistra, che sembrano quasi pensare che ora ci sarà una bandiera sovietica sulla Casa bianca. Ci rimarranno male quando chiederà ai governi europei di impegnare più soldati nella lotta al terrorismo (a cominciare dalla guerra in Afghanistan) o quando le sue politiche a favore dei lavoratori americani renderanno più difficile competere con gli USA.

Conosco le linee guida della sua politica. Se vi rimarrà fedele, resterò d’accordo.

Certaines considérations sur la victoire d’Obama:

1) Il est Afro-Américain, jeun et il a aussi un prénom islamique (Hussein) : sa élection démontre la force de la démocratie américaine.
2) Il n’y a pas en Europe beaucoup de personnes qui ont supporté Obama depuis le début. Entre ces, il y a Walter Veltroni, le leader du Parti démocratique italien.
3) Beaucoup de personnes seront déçus par Obama. D’abord parce que si un politicien soulève si grand attentes c’est facile qu’il ne les satisfera toutes.
Ensuite parce que beaucoup de ses fans sont de droit et ils ont refusé chez eux des politiques similaires à ces du nouveau Président des Etats Uni.
En Italie la droit est divisé entre ces qui essayent de s’approprier d’Obama (par exemple Gelmini, Ministre de l’éducation) et ces qui le critiquent (Sen. Gasparri, le quotidien « Libero » - www.libero-news.it).
Mais aussi beaucoup de gauchistes – socialistes qui vivent encore en XX siècle – seront déçus, quand il demandera plus de soldats pour la guerre contre le terrorisme (notamment en Afghanistan) ou quand ses politiques pour les travailleurs américains rendront la concurrence avec les Etats Uni plus difficile.

Je connais les lignes directrices de sa politique. Si il les sera fidèle, je resterai d’accord.

A few considerations about Obama’s victory:

1) He is African-American, young and has also an Islamic name (Hussein). His election shows the extraordinary strength of American democracy.
2) Few people in Europe supported him since the beginning. One of them is Walter Veltroni, the leader of Italian democrats. And that’s a fact.
3) Many Europeans will be disappointed with the new US President.
First of all because when a men raises so great expectations, it’s easy he could not satisfy all of them.
Moreover because lots of his European supporters are conservatives, and their national election refused politics as similar as Obama’s. Italian conservatives are trying to misappropriate Obama (e.g. Gelmini, Italian Minister of Education) or to attack him (e.g. Sen. Gasparri or the newspaper “Libero” – www.libero-news.it). But also because lots of his European fans still have an old, socialistic view of the World, and Obama doesn’t. They will be disappointed when he will ask European governments a huge effort in the war against terrorism, especially in Afghanistan. Or when his politics for American workers will make the competition with US more difficult.

I knew the guidelines of his politics and if he really realises it, I will agree.

martedì 4 novembre 2008

the dream



«And so even though we face the difficulties of today and tomorrow, I still have a dream. It is a dream deeply rooted in the American dream.
I have a dream that one day this nation will rise up and live out the true meaning of its creed: "We hold these truths to be self-evident, that all men are created equal." (...)
I have a dream that my four little children will one day live in a nation where they will not be judged by the color of their skin but by the content of their character»

Rev. Martin Luther King, Washington 1963

«In the next 40 years a Negro can achieve the same position as my brother has. Prejudice exists and probably will continue to exist. But we are trying to make progress and we are making progress»

Robert Kennedy, The Washington Post 1961

«That is the true genius of America - that America can change»

Barack Obama, Chicago 2008

la neve

canzo, 4 gennaio 08. steve, disca e il marchio c'erano e sanno di che sto parlando.

l'eremo di san miro a canzo è ricoperto di neve. stiamo finendo l'ultimo pranzo della breve ma intensa (e bellissima) vacanza con gli adolescenti di misinto. da giorni siamo piacevolmente isolati dal resto del mondo. niente tv né cellulari.
mi viene in mente che a chilometri e chilometri di distanza c'è un altro luogo ricoperto di neve, l'iowa, in cui la gente ha appena finito di votare il suo candidato democratico alle presidenziali usa. "ehi, oggi votavano in iowa! chissà chi ha vinto.." esclamo, aggiungendo "sarebbe troppo bello se avesse vinto obama".

dal discorso alla convention di kerry nel 2004 e dall'annuncio della sua candidatura tendo l'orecchio ogni volta che sulla stampa si parla del senatore dell'illinois. qualche volta ho letto i suoi discorsi o addirittura li ho visti su internet.
mi piace il suo modo di essere liberal ma schierato a sostegno delle fasce deboli della società; di essere laico e credente; di essere per la pace, il multilateralismo, la tutela dell'ambiente; di non rassegnarsi al "darwinismo sociale"; di dare speranza alla gente, unirla oltre le divisioni e proiettarla verso un obiettivo comune; di incarnare il sogno americano e le prospettive di una sinistra che voglia vivere nel XXI secolo.

don michele mi stronca subito: "figurati se vince. è di colore. e poi in america vincerà un repubblicano. sono troppo di destra, troppo conserv
atori".
io replico: "invece io spero che vinca lui, a novembre. e credo anche che ce la farà, ho stima e fiducia negli americani".

mentre la neve continua a cadere su canzo, a chilometri e chilometri di distanza barack obama sta per salire sul palco per annunciare la propria vittoria alle primarie dell'iowa, con il famoso discorso "they said this day would never come..". anche lì c'è la neve.


scrivere questo post domani non avrebbe avuto senso.

domenica 2 novembre 2008

"mecchin"

spesso il sabato sera ceno da solo. la cucina resta vuota, i belgi vanno a casa e le africane da qualche amico o parente. restano soltanto (ma mangiano nella cucina dell'altro corridoio) dei ragazzi nord africani. qualche settimana fa una ragazza algerina (velata dottoranda in informatica) vedendomi solo mi aveva invitato ad unirmi a loro. quel giorno avevo già praticamente finito e ho declinato l'offerta, poi per qualche sabato sono stato in giro, ieri finalmente ho deciso di approfittare. ho quindi cenato con due ragazze algerine (l'altra non velata, anche lei dottoranda) e un ragazzo marocchino che, gentilissimi, si sforzavano di parlare tra loro francese e non arabo (vorrei poter dire che anche noi italiani facciamo sempre così). vista la distanza culturale che ci separa e il timore di fare gaffes alla calderloli, ho scelto di ascoltare, prevalentemente, e di lasciare che parlassero loro facendo attenzione alle domande che ponevo cercando di svelare la loro cultura.

per fortuna c'è il calcio, che è un argomento di conversazione universale. il marocchino, saputo che ero interista, ha detto che ammirava molto cannavaro, prima che andasse al real, e ora gli piace cordoba (che proprio cinque minuti prima aveva segnato il gol-vittoria a reggio calabria).

poi la conversazione si sposta sulle elezioni americane (ormai si parla di obama-mccain come di massa-hamilton). lui chiede alle due ragazze chi preferirebbero e loro glissano. allora gli giro io la domanda "se lo chiedi, vuol dire che un'idea ce l'hai".
lui mi risponde: "non saprei, sono combattuto. da un lato preferirei che vincesse obama, perché vuole ritirarsi dall'iraq. nel breve periodo è meglio lui. ma se si guarda a lungo termine è meglio "mecchin". se viene eletto lui è bene, perché attaccherà l'iran e la siria e quindi l'america cadrà più in fretta ("l'amerique tombera vite"). a me non piace l'america. non ho niente contro la gente. ma non mi piacciono le istituzioni. guarda il mondo: l'america è causa delle guerre in iraq, afghanistan, libano, sudan, somalia. ogni volta che c'è un problema, la causa è l'america. per questo voglio che cada e se "mecchin" sarà eletto attaccherà l'iran e questo succederà presto. nella storia dell'islam, quando una nazione lo ha tiranneggiato, l'uma (unione di tutti i musulmani) l'ha sempre sconfitto, da saladino in poi. intendiamoci, non voglio l'america distrutta. mi basta che diventi come la russia, che prima era potente e tiranneggiava e ora è una nazione normale".

le due ragazze lo guardano e sembrano abbastanza perplesse. una (quella senza velo) obietta che questa storia dell'islam sempre vincente non è poi così vera (e già, penso io, ci sono roncisvalle, lepanto, la "reconquista" spagnola) e dice che lei preferirebbe obama senza dubbio perché è per la pace.

non aggiungo commenti.

grand place, bruxelles

grand place, bruxelles