domenica 11 gennaio 2009

due storie

Oggi racconto due storie di due persone che hanno suscitato la mia ammirazione nei giorni scorsi.

La prima si chiama Ruggero ed è un mio compagno di università alla Statale. Il primo anno studiò pochissimo e male. Tant'è che degli 8 esami previsti dal piano di studi, ne fece meno della metà (mentre io li feci tutti). Alla fine dell'anno aveva anche pensato di cambiare facoltà e trasferirsi a filosofia. Non lo fece.
Smise di frequentare le lezioni dicendo che, essendo indietro, aveva bisogno di più tempo per studiare e doveva quindi stare a casa. Per informazione, questa frase (almeno a giurisprudenza) è spesso l'anticamera dell'abbandono. Invece Ruggero mi stupì: tra il primo semestre del secondo anno e il primo del terzo recuperò tutti gli esami (con una buona media). L'altro giorno è arrivato a -3 dalla laurea e sta già lavorando alla tesi. In altre parole è più avanti di me (anche se ovviamente non è una gara). L'ho chiamato per fargli i complimenti. Mi ha risposto: "Sì, sono avanti, però a causa del cazzeggio del primo anno non ho potuto fare l'Erasmus. Quindi, da un altro punto di vista, sei più avanti tu".
La storia la racconto per i lettori del blog che si apprestano a finire le superiori o sono al primo anno di università e la morale è semplice: un inizio stentato dell'università è normale, ci sta. L'importante è poi trovare un metodo di studio e soprattutto sbattersi (e per questo serve grande forza di volontà e passione per quello che fai).

La seconda storia ha per protagonista Lindsey, che oggi è tanto contenta. E' arrivata sua mamma dal Camerun. Non si vedevano da un anno e mezzo. Lindsey ha solo 18 anni e vive in un paese straniero (e freddo: -10 questa settimana). Complimenti per il coraggio.

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grand place, bruxelles

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