lunedì 12 gennaio 2009

un personaggio interessante

Così, tanto per parlare di Erasmus.
Erasmo nacque probabilmente a Rotterdam, anche se scoperte recenti suggeriscono che fosse nato in realtà a Gouda, sempre in Olanda. Malgrado sia spesso associato con Rotterdam, Erasmo visse in questa città soltanto la primissima infanzia e non vi tornò mai più.
L'anno di nascita non risulta da documenti certi e potrebbe anche essere il 1466.
A partire dal 1499, effettuò viaggi in Francia, in Inghilterra e in Italia entrando in contatto con i più importanti centri culturali, tenendovi lezioni e conferenze, e studiando gli antichi manoscritti. Tenne inoltre una fitta corrispondenza con alcuni dei personaggi più importanti del suo tempo.
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La sua polemica contro alcuni aspetti della vita della Chiesa cattolica non nacque da dubbi sulla dottrina tradizionale né da ostilità verso l’organizzazione in sé della Chiesa, ma, piuttosto, da un'esigenza di purificare la dottrina stessa e di salvaguardare le istituzioni del Cristianesimo dai pericoli che le minacciavano, quali la corruzione, l'interesse di pontefici guerrieri come papa Giulio II all'ampliamento dello Stato della Chiesa, la vendita delle indulgenze, il culto smodato delle reliquie.
Come studioso cercò di liberare i metodi della scolastica dalla rigidità e dal formalismo della tradizione medievale. Egli si riteneva un predicatore della virtù, e questa convinzione lo guidò per tutta la vita mentre cercava di rigenerare l'Europa mediante una critica profonda e coraggiosa alla Chiesa cattolica. Tale convinzione rappresenta il filo conduttore di un’esistenza che, altrimenti, potrebbe sembrare piena di contraddizioni.
Tuttavia con il passare degli anni le posizioni estremiste presero il sopravvento su quelle moderate ed Erasmo si trovò sempre più in contrasto sia con le chiese riformate che con quelle cattoliche perché entrambe erano fortemente opposte alla sua visione moderata.
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Erasmo condivideva, in effetti, molti corollari della critica luterana alla Chiesa cattolica, ad esempio nei confronti delle indulgenze e dei formalismi esteriori del clero, come pure la necessità di un ritorno allo spirito originario del cristianesimo. Sarà invece il punto centrale della dottrina luterana (quello che negava l'esistenza del libero arbitrio) a tenere divisi i due personaggi. Erasmo aveva il massimo rispetto per Martin Lutero e, a sua volta, il riformatore manifestò sempre ammirazione per la superiore cultura di Erasmo. Lutero sperava di potere collaborare con Erasmo in un’opera che gli sembrava la continuazione della propria.
Erasmo, invece, declinò l’invito ad impegnarsi, affermando che se avesse seguito tale invito, avrebbe messo in pericolo la propria posizione di guida di un movimento puramente intellettuale, che riteneva essere lo scopo della propria vita. Soltanto da una posizione neutrale – riteneva Erasmo – si poteva influenzare la riforma della religione. Erasmo rifiutò dunque di cambiare confessione, ritenendo che vi fossero possibilità di una riforma anche nell’ambito delle strutture esistenti della Chiesa cattolica.
A Lutero tale scelta parve un mero rifiuto ad assumersi le proprie responsabilità motivato da mancanza di fermezza o, peggio, da codardia.
Fu allora che Erasmo – contrariamente alla sua natura – prese posizione per due volte su questioni dottrinalmente controverse.
  • La prima volta fu sul tema cruciale del libero arbitrio. Nel 1524 con il suo scritto "De libero arbitrio diatribe sive collatio" egli satireggiò la dottrina luterana del "servo" arbitrio. In ogni caso nella sua opera egli non prende una posizione definitiva, ma ciò agli occhi dei luterani rappresentava già una colpa. In risposta Lutero nel 1525 scrisse il "De Servo Arbitrio", nel quale attaccava direttamente Erasmo tanto da affermare che quest’ultimo non sarebbe stato neppure un cristiano.
Mentre la Riforma trionfava, iniziarono però anche quei disordini sociali che Erasmo temeva e che Lutero riteneva inevitabili: la guerra dei contadini, l'iconoclastia, il radicalismo che sfociò nei movimenti anabattisti in Germania e Olanda. Erasmo era felice di essersene tenuto lontano, anche se, in ambienti cattolici, lo si accusava di essere stato il fomentatore di tali discordie.
A dimostrazione della sua lontananza dalla Riforma, quando nel 1529 Basilea adottò le dottrine riformate, Erasmo si trasferì nella vicina città imperiale di Friburgo, rimasta cattolica.
(...)
  • La seconda grande questione alla quale Erasmo prese parte fu quella della dottrina dei sacramenti e, in particolare, del valore dell'Eucarestia (...) confermava la propria fede nella dottrina cattolica della presenza reale di Cristo nell'ostia consacrata. 

Inviso ormai ad ambo gli schieramenti – il 19 gennaio 1543 i suoi libri sarebbero stati bruciati a Milano insieme a quelli di Lutero – Erasmo morì la notte fra l'11 e il 12 luglio a Basilea, dove era tornato per controllare la pubblicazione dell’Ecclesiaste. Fu sepolto nella cattedrale ormai dedicata al culto riformato, sebbene egli fosse sempre rimasto cattolico.

(fonte: Wikipedia)

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grand place, bruxelles

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