venerdì 30 gennaio 2009

ultimi saluti ai ragazzi di bruxelles

Li capisco, ma non glielo posso dire. Li invidio, ma è meglio che lo tenga per me. Li ammiro, in qualche modo: hanno una bella luce negli occhi, più chiara dei lampioni umidi di Bruxelles. Arrivano qui e sono italiani, svedesi, inglesi e polacchi: vanno via e saranno europei. So che può sembrare orribilmente retorico, ma è vero. State sicuri che questi ragazzi non diranno stupidaggini su altri popoli, non coveranno risentimenti nazionali. Vedranno le differenze, che ci sono: ma le apprezzeranno e ci giocheranno, sapendo che insaporiscono la torta dell’Europa.
Gli stages alla Commissione e il programma Erasmus sono i soldi meglio spesi dall’Unione Europea. Sono un modo di costruire consuetudini, e reti di conoscenze: vent’anni dopo, i miei migliori amici in Europa sono quelli delle serate di Bruxelles. Erasmus e stages sono formidabili strumenti contro l’intolleranza. Sono convinto che, davanti a certe affermazioni xenofobe, non serve protestare. Bisogna mettere in mano allo sciocco di turno una Samsonite e un biglietto aereo. Vada, veda. Quando torna, non ripeterà le stesse stupidaggini.
Dico queste cose per me e per voi, naturalmente. I ragazzi di Bruxelles le sanno già, e le tengono nel cuore.

(Beppe Severgnini Italians)

(guarda le foto dell'ultima serata al Delirium)

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grand place, bruxelles

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